Condominio

L’amministratore non può prendere isoldi di un condominio e versarli nella cassa di un altro

Commette appropriazione indebita se muta la destinazione delle somme di denaro a fini diversi da quelli per cui le aveva ricevute

di Giulio Benedetti.

L'attività dell'amministratore, con riguardo ai fondi di ogni singolo condominio amministrato, non è libera e deve rispondere, per ciascuno, al principio contabile di cassa, e quindi il professionista non può compensare le spese condominiali tra le varie amministrazioni. È il principio stabilito dalla Cassazione con la sentenza 6577/2021 che ha dichiarato inammissibile , con condanna al pagamento di euro duemila alla Cassa delle ammende, il ricorso di un amministratore condominiale avverso una sentenza che lo aveva condannato per il reato di appropriazione indebita.

Le ragioni dell’amministratore
L'amministratore ricorreva affermando di avere utilizzato le somme non per conseguire un ingiusto profitto, ma per effettuare dei pagamenti a favore di altri condomìni dal medesimo amministrati. Inoltre, il ricorrente lamentava che la sentenza di condanna non avesse considerato la sua capacità economica inidonea a sopportare le conseguenze della condanna al risarcimento del danno e la mancata concessione delle attenuanti generiche, con prevalenza all'aggravante contestata.

L’appropriazione indebita
Il giudice di legittimità affermava che integra il reato di appropriazione indebita la condotta dell'amministratore di più condomìni che, senza autorizzazione, utilizzi i saldi attivi dei singoli palazzi per affrontare le esigenze di altri condomìni amministrati, sia di colui che prelevi le somme, dai conti correnti condominiali per operare un'indebita compensazione con una somma a credito di importo minore. In entrambi i casi le condotte violano il vincolo di destinazione impresso al denaro nel momento del suo conferimento dai condòmini. Ne consegue che integra il reato commesso dall'amministratore, con la piena consapevolezza della violazione, la sua destinazione delle somme id denaro per fini diversi da quelli per cui le aveva ricevute.

La sentenza della Corte di appello non è poi viziata dalla mancata considerazione della capacità economica del ricorrente, poiché lo stesso non ha provato la sua incapacità a soddisfare la condizione imposta del risarcimento del danno, a cui è stata subordinato il beneficio della sospensione condizionale della pena. La mancata concessione delle attenuanti generiche, con giudizio di prevalenza sulla contestata aggravante, è giustificata dall'assenza di comportamenti positivi nella condotta del condannato.

Il sequestro probatorio della documentazione
La Cassazione con la sentenza 6594/2021 ha dichiarato inammissibile il ricorso, con condanna al pagamento di euro duemila alla Cassa delle ammende, di un amministratore avverso un decreto di sequestro probatorio, emesso dal pubblico ministero, della documentazione contabile inerente alla gestione di un condomini o. L'amministratore affermava che il reato di appropriazione indebita fosse improcedibile, poiché l'assemblea condominiale non aveva autorizzato l'amministratore alla presentazione della querela, invece proposta da una sola condòmina. La Cassazione ha dichiarato che il principio di diritto evocato non era applicabile nel caso trattato, in quanto l'autore del reato è lo stesso amministratore che avrebbe dovuto presentare la querela.

Ne consegue che ricorre un'incompatibilità strutturale del ricorrente che avrebbe avuto il potere esclusivo di presentare una querela nei propri confronti. Inoltre, la condòmina aveva il pieno diritto di presentare la querela poiché era la persona offesa del reato oggetto di indagine, laddove le condotte distrattive dell'amministratore avevano leso il suo patrimonio, poiché comportavano la sottrazione delle quote versate dalla stessa e dagli altri condòmini. La necessità probatoria del sequestro, infine, trovava il suo fondamento nell'incarico, conferito dal pubblico ministero, al consulente tecnico avente ad oggetto la ricostruzione della contabilità del condominio. Lo stesso consulente aveva chiesto al pubblico ministero di acquisire la documentazione contabile del condominio, per redigere la consulenza tecnica.

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