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Spazio multifunzione e fonte di energia: la nuova vita del tetto

Una copertura può essere un oggetto iconico, capace di donare carattere all’intera struttura; può poi ospitare il cuore tecnologico di un fabbricato ed essere una centrale per la produzione di energia fotovoltaica o termica

di Maria Chiara Voci

Il tetto è una delle componenti fondamentali in una casa per il buon isolamento dell’involucro. Indispensabile per proteggere l’edificio sottostante dagli agenti atmosferici, è in grado di ridurre (se ben coibentato) fino al 40% il fabbisogno energetico dell’immobile e per questo è uno degli interventi trainanti del Superbonus al 110%.

Ma il tetto non ha solo una funzione protettiva: nell’architettura contemporanea, questo elemento è sempre più protagonista anche per ragioni estetiche o funzionali. Una copertura può essere un oggetto iconico, capace di donare carattere all’intera struttura; può poi ospitare il cuore tecnologico di un fabbricato ed essere una centrale per la produzione di energia fotovoltaica o termica; può essere una finestra aperta sul cielo, grazie ai sistemi di finestre e lucernari per tetti, che concorrono anche alla ventilazione naturale degli ambienti; può accogliere funzionalità un tempo relegate ad altre porzioni di un fabbricato.

Recuperi e nuovi edifici

Famoso il caso del White Collar Factory, a Londra, palazzo a uso uffici in Old Street vicino a Shoreditch e al Barbican Centre, che ospita al 16esimo piano una pista di atletica di 150 metri a due corsie, inaugurata nel 2017, che consente ai lavoratori di allenarsi durante la pausa pranzo.

Ma sono molti gli esempi riguardano sia il nuovo che i recuperi. A Zakopane, in Polonia meridionale, nella valle ai piedi dei Monti Tatra, gli architetti Jan Karpiel jre Marcin Steindel hanno realizzato con tecnologia Prefa una casa vacanze caratterizzata da un tetto in legno, vetro e alluminio che pare quasi sospeso sulla facciata sud interamente vetrata.

In Italia, il progetto di ricostruzione ex novo di Palazzo Castellani – storico edificio residenziale ubicato all’ingresso dell’antico villaggio di Venzone a Udine – rappresenta un esempio di conservazione e di tutela del patrimonio storico-culturale italiano. Il tetto a doppia falda della tipologia “a capanna”, dalle massime performance in termini di resistenza, è stato messo a punto dalla Bmi con struttura lamellare, in considerazione delle forti spinte causate sia dalle precipitazioni nevose sia dai movimenti tellurici tipici della zona. Il risultato ha portato a una notevole riduzione dei consumi dell’edificio così come a una migliore funzionalità e sicurezza.

Ci sono poi casi in cui il rinnovo del tetto cambia completamente la forma di uno stabile. A Monaco di Baviera, nel quartiere degli artisti Schawabing, i progettisti Olivier Noak e Andreas Musseler dello studio di architettura Meili Peter hanno sovrapposto a un fabbricato storico un tetto a padiglione, rivestito con le scaglie di alluminio Prefa, inserendo nei nuovi volumi appartamenti mansardati, caratterizzati da ampie logge e finestre sul tetto.

La variabile climatica

Ma cosa condiziona la scelta di forma e tecnologia? Fra gli elementi da tenere in considerazione per progettare un sistema efficiente c’è, prima di tutto, il clima. Le membrane impermeabilizzanti riflettenti sono ideali per i climi caldi. Posta sotto le tegola, infatti, questa tipologia di membrana riflette verso l’alto parte dei raggi di calore, contribuendo in modo molto attivo al benessere ambientale.

Per i climi freddi e in altura, invece, è consigliabile utilizzare tegole in cemento, meno porose rispetto a quelle in laterizio e particolarmente indicate per resistere al gelo. Dove c’è molto vento funzionano molto bene tegole e coppi. Questi piccoli elementi, infatti, non costituiscono un piano unico e fra le singole parti c’è uno sfogo d’aria che rende più difficile lo scoperchiamento causato dal vento. Infine, al mare per contrastare l’atmosfera salina sono particolarmente indicati coppi o tegole in cemento o laterizio, in quanto questi materiali non sono attaccabili dall’effetto salino e si preservano meglio. Una scelta che non condiziona necessariamente la bellezza dell’opera.

L’hotel Milla Montis di Maranza appena inaugurato in provincia di Bolzano – e realizzato dallo studio Peter Pichler Architecture con una tegola minerale Bmi – è un esempio di come la copertura possa assumere una forma contemporanea anche se deve inserirsi in un paesaggio fortemente connotato de uno stile architettonico.

L’estetica non è un particolare

«Una copertura oggi può assolvere davvero funzioni molto diverse – spiega Aldo Barbaglia, Systems & Training Manager di Bmi Italia –. La differenza, oltre che l’ubicazione dell’edificio e la sua storia, la fa anche la forma. In Italia, l’architettura tradizionale è caratterizzata da tetti a falde che assolvono la funzione di protezione. Diverso il caso dei tetti piani che davvero possono essere sfruttati in modo molto più ampio».

In tutto il mondo, si moltiplicano i casi di giardini verdi e rigogliosi, piscine e terrazzi o orti urbani. Con notevoli effetti positivi a catena per i contesti urbanizzati. In Ecuador, il complesso Aquarela di Ateliers Jean Nouvel (che sarà completato nel 2023) rappresenta senza dubbio uno dei casi più spinti di creazione di una foresta urbana in un contesto costruito. Grazie all’uso sapiente delle coperture. Come a Budapest, dove è in via di realizzazione il Museo della Musica: il tetto della struttura – immersa nel verde di un grande parco urbano – s’inserisce nel contesto naturale grazie a una copertura “bucata” in corrispondenza di “inserti verdi”. In questo modo, gli alberi interni alla struttura potranno crescere e proiettassi verso il cielo.

Produttori d’energia

I tetti, anche in Italia, stanno diventando sempre più produttori di energia: ricordiamo che fra gli interventi trainati del Superbonus c’è l’installazione di fotovoltaico con accumulo. Non sempre questo compromette l’aspetto dell’immobile. Per sfruttare il tetto in questo campo, anche in assenza di uno spazio piano, alcune aziende producono “tegole fotovoltaiche” che si integrano perfettamente nel manto di copertura, garantendo anche l’impermeabilità.

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