Condominio

Ghiaccio sul marciapiede e caduta del pedone, la colpa non è sempre di Comune e condominio

Lo scivolone del pedone sul marciapiede, a causa di una patina di ghiaccio nella pavimentazione, nascosta dalla neve, è il caso appena definito dalla Corte di Cassazione

di Rosario Dolce

Lo scivolone del pedone sul marciapiede, a causa di una patina di ghiaccio nella pavimentazione, nascosta dalla neve, è il caso appena definito dalla Corte di Cassazione con la Sentenza n. 29465 del 23 dicembre 20 20. Il giudice di legittimità traccia le condizioni per poter accedere, o meno, al risarcimento del danno, sia da parte del Comune, che del proprietario dell'area privata antistante.
Nello specifico è stato precisato che il danno rilevante – di cui il custode è responsabile – prescinde dalle caratteristiche della cosa custodita.

Non è importante stabilire, quindi, se quest'ultima sia o meno pericolosa, oppure si tratta di un bene “seagente”, ovvero dotata di intrinseco dinamismo. Ciò che rileva – così soggiungono i giudici – è anche la condotta del danneggiato. Chi entra in interazione con la cosa pone in essere un comportamento, il quale si atteggia diversamente a seconda del grado di incidenza causale sull'evento dannoso. Ciò determina l'applicazione, ufficiosa, dell'articolo 1227 Codice civile, comma 1, il quale richiede una valutazione che tenga conto del dovere generale di ragionevole cautela, riconducibile al principio di solidarietà espresso dall'articolo 2 Costituzione.

Rischio prevedibile
Ne consegue che, quanto più la situazione di possibile danno è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l'adozione da parte del danneggiato delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficienza causale del comportamento “imprudente” del medesimo nel dinamismo causale del danno.

La condotta del danneggiato, in quanto tale, esclude che lo stesso comportamento costituisca un'evenienza ragionevole o accettabile secondo un criterio probabilistico di regolarità causale, connotandosi, invece, per l'esclusiva efficienza causale nella produzione del sinistro.

I princìpi della Cassazione
In sintesi, la Corte di Cassazione, per valutare la sussistenza della responsabilità da cosa in custodia, in casi analoghi a quanto sopra prospettato, ha prospettato l'esame dei seguenti punti motivazionali; e segnatamente:
1) il caso fortuito è costituito da tutto ciò che non è prevedibile oggettivamente;
2) 'imprevedibilità è apprezzabile in termini oggettivi, senza che possa riconoscersi alcuna rilevanza dell'assenza o meno di colpa;
3) l'imprevedibilità è suscettibile di esaurirsi col tempo, giacché una modifica improvvisa delle condizioni della cosa, quale un evento meteorologico intenso – nel caso di specie rappresentato dalle abbondanti nevicate protrattesi per diversi giorni – ai fini che qui interessano, fa perdere, col trascorrere del tempo dal suo accadimento, la sua natura eccezionale, finendo col fare corpo la cosa stessa, sicché e a questa, come modificata dall'evento originariamente improvviso, che correttamente va ascritto il fatto dannoso che ne deriv;
4) Il caso fortuito può essere integrato dalla stessa condotta del danneggiato (che abbia usato un bene senza la normale diligenza o con affidamento soggettivo anomalo) quando essa si sovrapponga alla cosa al punto da farla recedere a mera occasione o “teatro” della vicenda produttiva di danno, assumendo efficacia causale autonoma e sufficiente per la determinazione dell'evento lesivo, così da escludere qualunque rilevanza alla situazione preesistente.

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