Condominio

Edilizia residenziale pubblica e associazioni professionali: collaborazione necessaria

In questo modo si dispone di una rosa ampia di professionisti a cui rivolgersi

di Maria Chiara Bizzarro

Ci è stato insegnato che tra i requisiti propri di una buona legge ci sono l'astrattezza e la generalità. Chi opera nella pubblica amministrazione deve fare tesoro di questi principi e applicarli al pari della trasparenza e della correttezza, criteri indispensabili per produrre atti non viziati. A tal fine risulta evidente quanto sia indicato per gli enti di edilizia residenziale pubblica rivolgersi alle associazioni, per arrivare a proporre una collaborazione al più grande numero di amministratori.

Quando un ente pubblico Erp vuole o deve ampliare la rosa dei professionisti a cui rivolgersi per affidare in gestione fabbricati o condomini, è evidente che non possa pensare di contattare il singolo amministratore individuandolo attraverso una breve ricerca su Google o peggio, attraverso il passaparola. Ma soprattutto non è indicato che ci si rivolga singolarmente ad ogni amministratore: è chiaro infatti che non esistendo un albo difficilmente si riuscirebbe a raggiungerli tutti, come è chiaro che si correrebbe il rischio del venir meno dell'imparzialità.

La soluzione, dal mio punto di vista, è rivolgersi alle associazioni. Questi sono enti indispensabili per gli amministratori: in seno a queste infatti, spesso non solo hanno frequentato il corso e poi sostenuto l'esame abilitante, ma lì continuano a frequentare i corsi periodici indispensabili per mantenere il requisito ex articolo 71 bis Disposizioni attuative Codice civile. I presidenti e i rappresentanti delle associazioni giocano quindi un ruolo fondamentale. Rivolgendosi direttamente ad essi la pubblica amministrazione saprebbe di aver raggiunto virtualmente tutti i loro tesserat i, che siano poche decine o migliaia di professionisti. A questo punto sarà onere delle associazioni presentare la proposta nei modi più usuali ai propri associati.

Potrebbe anzi essere uno stimolo, quasi una competizione, tra associazione il voler spingere ad iscrivere più amministratori possibili alle liste Erp, generando eventualmente un concorrenziale ribasso negli importi dei preventivi e quindi un risparmio per le casse pubbliche. Ma potrebbe anche essere una modalità utile a far sì che le associazioni stesse colmino le distanze tra loro sapendo di partecipare ad una sfida comune, quella cioè di collaborare con un ente pubblico che, per quanto cerchi di essere il più possibile vicino a amministratori e assegnatari, a volte può trovarsi in difficoltà.

È fondamentale quindi dimostrare di essere un gruppo professionale unito, al di là delle logiche e degli interessi delle singole associazioni.Ecco perché anche quando parliamo di scelta dell'amministratore a cui assegnare un fabbricato o un condominio tiriamo in ballo principi che spesso si pensano relegati alla legislazione: mentre quando si ha una lista di professionisti già compilata gli automatismi attraverso cui scegliere uno o più amministratori a cui chiedere un preventivo da discutere in assemblea o in seno all'ente stesso sono piuttosto semplici (esempio si può chiedere un preventivo a tutti, a chi ha meno condomini in gestione o a chi ha meno unità, si può prediligere l'ordine alfabetico o l'ordine di iscrizione) la modalità con cui creare questa lista si rivela essere più complessa.

Penso che la collaborazione tra Erp e associazioni sia fondamentale e ciò si ricava da un semplice sillogismo: l'Erp hanno bisogno degli amministratori e gli amministratori hanno bisogno delle associazioni.In fondo, quando si parla di edilizia residenziale pubblica, tocchiamo qualcosa che riguarda tutti ed è interesse di cittadini, prima ancora che di professionisti, sapere che i fondi pubblici sono gestiti in maniera, come sopra abbiamo ricordato, trasparente e corretta.

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