Condominio

Superbonus per 300 proprietari tra dubbi e assemblee al cinema

di Paola Pierotti

Assemblee in un cinema, accordo trovato tra 300 proprietari, carte quasi pronte, cantieri al via. Parte da qui la sfida del superbonus che porterà alla riqualificazione con l’efficientamento energetico di un mega-condoninio a Torino, in corso Monte Cucco, nella prima cintura di espansione degli anni '70. In campo un pool di progettisti guidati da Box Architetti e Onleco, con Proeco e Eraldo Martinetto (che aveva firmato l’intervento e che è stato coinvolto dal team per la sua valorizzazione, 40 anni dopo). Con loro, l’impresa Secap della famiglia Provvisiero, e l’amministrazione di Massimiliano Oberto.

Per ottenere il bonus del 110% si conta un set di interventi che vanno dal cappotto, all’isolamento dei pilotis a quello della copertura, saranno sostituiti gli infissi e sarà realizzato un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. Il condominio peraltro è già collegato al teleriscaldamento. «In aggiunta, usufruendo del bonus facciate – racconta Marco Aimetti, socio di Box Architetti – si interverrà sui balconi e con altri lavori complementari che saranno sgravati al 50%».

Questo di Torino è probabilmente uno dei più grandi interventi ad oggi già approvato in sede di assemblea condominiale, l’ipotesi è quella di iniziare i lavori entro l’anno per rispettare i termini di legge ora esistenti (e quindi chiudere entro il 31 dicembre 2021). Si passerà dall'attuale classe energetica D alla A+ con una spesa quasi nulla per i condomini, (nulla per la quota di lavori al 110%). «Le simulazioni fatte – spiegano i progettisti – indicano consumi minori pro capite pari a quasi 400 euro/anno, post-intervento, con una riduzione di circa il 50%. Dal punto di vista ambientale si stima che un intervento simile possa essere paragonato alla creazione di un’area verde di circa dieci ettari».

L’operazione torinese, denominata “Teodosia 110%” è partita in salita, nel confronto aperto con le 300 famiglie, ma ha avuto, attraverso il dialogo, il consenso di più del 90% dei proprietari, nella consapevolezza che il fabbricato, una volta eseguiti i lavori varrà di più e consumerà meno.

Da questa storia, e dalle centinaia di altri processi in itinere in tutto il Paese, si evincono in ogni caso anche delle criticità legate al superbonus. In primis la complessità dell’iter che ha diversi canali paralleli: una committenza multipla, il dialogo da costruire con le società che acquistano il credito, il rapporto con l’agenzia delle Entrate.

«Tra le due opzioni, la cessione del credito e lo sconto in fattura, per Teodosia si è optato per la seconda via. Impresa e progettisti quindi – racconta Aimetti – hanno costruito un loro percorso per trovare una struttura che acquistasse il credito. Il rapporto con le banche ha richiesto di fatto una due diligence: 300 condomini devono manifestare l'interesse a cedere i loro crediti». È la parte più delicata, quella per cui i proprietari sono più preoccupati. «Architetto, ma se durante il cantiere capita qualcosa, cosa facciamo?». Il rischio-intoppo è l’unica cosa da evitare perchè la conformità del progetto sarà da dimostrare in modo tangibile durante il cantiere, e ai proprietari garantirà che i lavori siano effettivamente gratis.

Un percorso ad ostacoli, ma in tutt’Italia gli studi professionali sono al lavoro su questo tema, un’opportunità concreta per il tutto il settore delle costruzioni. E tra i cantieri già avviati anche quello della città di Prato, in via Baracca, dove ha fatto tappa anche il sottosegretario Riccardo Fraccaro per tagliare il nastro del primo condominio italiano che conta di usufruire del Superbonus al 110%. In questo caso in campo ci sono 19 condomini e c’è la riqualificazione di un palazzo risalente alla metà degli anni '60 che conquisterà almeno tre classi energetiche: i proprietari non spenderanno un euro e si vedranno tagliate la bolletta di gas ed elettricità di almeno il 40 per cento.

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