Condominio

Passa in Senato l’emendamento sulle teleassemblee: basta il sì della maggioranza dei condòmini

Se in un condominio ci sono 30 condòmini, quindi, indipendentemente dai millesimi posseduti, basterà che si dichiarino favorevoli 16 di essi

di Saverio Fossati

Voto favorevole in Senato per l’emendamento, proposto da Leonardo Grimani (Iv-Psi) al Dl 125/2020, che rende possibile la teleassemblea quando è d’accordo la maggioranza dei condòmini.

Questo il nuovo testo del comma 6 dell’articolo 66 delle Disposizioni di attuazione del Codice civile, se la modifica riceverà anche il sì (quasi scontato) della Camera: «Anche ove non espressamente previsto dal regolamento condominiale, previo consenso della maggioranza dei condomini, la partecipazione all’assemblea può avvenire in modalità di videoconferenza. (...)».

In pratica, mentre ora è obbligatorio il «previo consenso» di tutti i condòmini (ma gli interpreti più autorevoli sposano la tesi del consenso espresso direttamente in assemblea, prima che inizi, dai presenti), con la modifica l’amministratore potrà organizzare la riunione una volta che avrà ottenuto il consenso della maggioranza dei condòmini (mentre i millesimi sono, in questo caso, irrilevanti).

Se in un condominio ci sono 30 condòmini, quindi, indipendentemente dal numero dei millesimi posseduti, basterà che si dichiarino favorevoli 16 di essi. Dato che la norma non prevede alcuna formalità né per chiedere né per esprimere il consenso, almeno sinché nonm sogeranno gli inevitabili contenziosi, basteranno letteer semplici o raccomandate, telegrammi,mail, video (meno sicuri sms o messaggi whatsapp scritti o vocali), purché indiscutibilmente riferibili all’interessato.

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