Condominio

La categoria degli amministratori dice #adessobasta ma non vuole nuove associazioni

Su facebook il nuovo gruppo di oltre 800 professionisti racconta il disagio e crede nelle le teleassemblee ma punta molto più in alto

di Daniela Zeba

Domenica 8 novembre 2020, dopo l'ennesima informazione distorta diffusa dalle TV nazionali in tema di assemblee in presenza, , sette amministratori di condominio hanno gridato: #ADESSOBASTA e su iniziativa di Rosa Contesi, hanno organizzato una videoconferenza, coinvolgendo, dopo appena qualche ora, 233 amministratori di tutta Italia che si sono parlati, semplicemente per alzata di mano, nessuno sul palco e nessuno in platea, tutti uguali e tutti con gli stessi problemi, indipendentemente da sigle e cariche di appartenenza.

Non è tutto.

Sull'onda della partecipazione all'evento web, i sette amministratori (Rosa Contesi, Adele Di Giorgio, Cetty Oliveri, Mirella Stigliano, Claudio Tedone, Gianluca Cipriani e Daniela Zeba) hanno costituito, la stessa sera, un gruppo Facebook denominato “La categoria degli amministratori” , che ha visto, in meno di 48 ore, oltre 800 iscritti, con una lista in attesa di approvazione, di decine di membri.Per chi conosce il mondo degli amministratori, si tratta di un evento epocale, un successo senza precedenti, che non sta passando inosservato agli occhi dei mass media e degli operatori del settore.

Una simile mobilitazione, è chiaramente il sintomo di un'esasperazione che l'emergenza sanitaria ha amplificato con una forza dirompente, perché qui non è solo in ballo la necessità di imporre le assemblee a distanza, ma anche la rivendicazione del riconoscimento della categoria degli amministratori (il nome del gruppo Facebook non è scontato o casuale), della loro dignità professionale e della loro tutela.

Ci sono molte aspettative da parte dei membri del gruppo e dato il contesto è alquanto normale. È sorta già qualche discussione sulla rappresentatività, sulle reali intenzioni dei promotori, sulla struttura che il movimento dovrebbe darsi: pullulano post di consigli, lamentele, insofferenze e idee. Anche questo è normale. Noi sette non abbiamo la sfera di cristallo, non sappiamo se, come ed in quanto tempo potremo ottenere dei risultati, ma abbiamo dalla nostra tanti amministratori in prima linea come noi, e pronti al cambiamento come noi, abbiamo la forza della buona fede, la conoscenza dei problemi e l'amore per la nostra professione.

Non saremo mai un'associazione, né ci vogliamo sostituire ad alcuna associazione: anzi speriamo di poter percorrere fianco a fianco un percorso di cambiamento che porti ad una valorizzazione della professione. Vogliamo semplicemente fare sentire la voce degli amministratori, e mettere a conoscenza i condòmini dei loro problemi e delle loro difficoltà, perché pensiamo che solo uniti potremo ottenere dei risultati soddisfacenti per tutti. Basta contrapposizioni tra amministratori e proprietari: la logica va ribaltata. Un amministratore capace, responsabile e preparato è il migliore alleato dei condòmini. Vogliamo testare strade fino ad ora imbattute, pensare e soprattutto agire in maniera trasversale.

Al momento siamo una comunità: ci proponiamo di essere utili a garantire rispetto e dignità della categoria con mezzi alternativi o complementari a quelli utilizzati fino adesso, vogliamo che la nostra voce venga ascoltata dalle istituzioni unendo le forze e facendo dei condómini i nostri interlocutori privilegiati.

Vogliamo unire e non dividere. Non possiamo risolvere nell'immediato tutti i problemi che attanagliano la categoria: saremmo degli illusi e dei presuntuosi solo a pensarlo. Stiamo procedendo per obiettivi.

Per capire però, da dove nasce la spinta propulsiva di quanto accaduto, occorre contestualizzare l'evento, ricordando che gli amministratori, più che mai in questo contingente stato di emergenza, dovuto alla recrudescenza del virus, comunque agiscano, rischiano e si trovano con le spalle al muro.
1.Se convocano le assemblee in forma mista o telematica, possono andare incontro a impugnazione;
2.se non convocano affatto rischiano la revoca e che qualche collega “solidale” sia solerte nella loro sostituzione;
3.se convocano in presenza rischiano la loro salute e quella dei condòmini, perché non importano solo l'ampiezza della sala o il gel disinfettante o il distanziamento: un'assemblea in presenza implica spostamenti logistici e discussioni, spesso animate e concitate, in luoghi chiusi: tutte condizioni che favoriscono, e non certo scoraggiano, il proliferare del virus.

Ma soprattutto, come evidenziato proprio su queste pagine dal Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Milano, dott. Giulio Benedetti “lo stato di emergenza epidemiologica rende, pertanto, impossibile la celebrazione delle assemblee in presenza dei condòmini e dell'amministratore, poiché diversamente, per tali soggetti sono configurabili sanzioni penali e amministrative.

L'articolo 4 della legge 35/2020 richiama l'articolo 260 del Regio decreto 1265/1934, la cui sanzione è aumentata con la punizione da tre mesi di arresto e con l'ammenda da euro 500 ad euro 5.000, in tale caso il reato permane e non è sostituito dalla sanzione amministrativa.

La prima opzione sembrerebbe la più ovvia quindi, tuttavia trova molte resistenze ingiustificate, sia tra alcuni condomini, sia tra gli amministratori stessi. La prima motivazione è legata per lo più all'analfabetismo tecnologico che contraddistingue le persone soprattutto anziane, ma è altrettanto vero che per partecipare all'assemblea telematica basta anche solo un comune telefono; si passa poi all'instabilità della connessione (come se nelle assemblee in presenza non vi fossero momenti di sconnessione d'attenzione, sebbene di tutt'altra natura), alla mancanza del luogo fisico, all'impossibilità di firmare il verbale ecc...ecc…

In realtà a non essere pronti per primi sono certi amministratori che vedono la nuova possibilità tecnologica (adottata i contesti ufficiali ed istituzionali in ogni ambito eccetto quello condominiale) come un' enorme seccatura e fonte di lavoro ulteriore per formare i condòmini e per il lavoro preventivo di organizzazione che certamente deve precedere le assemblee telematiche.

Peccato che questa logica perda di vista gli aspetti positivi dell'assemblea telematica, relativamente a:
1.evitare rischi di carattere penale per l'amministratore
2.garantire la sicurezza e la salute dei condomini;
3.assicurare la più ampia partecipazione democratica all'assemblea (pensiamo a chi è in quarantena, a chi è malato, ai portatori di handicap, ai fuorisede delle zone arancioni e rosse) senza dimenticare che c'è sempre l'istituto delle delega;
4.non sprecare l'occasione rappresentata dai vari bonus e superbonus di deliberare importanti riqualificazioni.

In mancanza di un incondizionato ed esplicito appoggio di tutte le associazioni nazionali di categoria, che espressamente imponga agli associati il divieto di convocare in presenza e una chiara norma che regolamenti le assemblee a distanza (oggi possibili sì, ma non si sa con quale maggioranza e con quale modalità operativa), i bizantinismi dei DPCM che “sconsigliano ma non vietano”, le FAQ che ribadiscono la possibilità di assembramento condominiale (tale è un'assemblea), i TG che insistono sull'effettiva regolarità delle assemblee in presenza, agli occhi dell'opinione pubblica, gli amministratori responsabili, che dall'inizio della pandemìa si rifiutano di convocare le assemblee in presenza , appaiono degli smidollati, scansafatiche e creatori di inutili allarmismi.

Ecco perché ci siamo posti 5 priorità legate al momento emergenziale:
1. STOP assemblee in presenza al fine di preservare la nostra salute e quella dei nostri condomini.
2.S Ì alle assemblee in VIDEOCONFERENZA (con regolamentazione puntuale e formazione-informazione ai condómini)
3. Aggiornamento professionale, esami online e rilascio attestati fino a fine emergenza.
4.N O al DISTACCO delle utenze LUCE, ACQUA E GAS fino a fine emergenza.
5. Detraibilità del compenso dell'amministratore nei bonus e superbonus.A

bbiamo inoltre individuato 6 obiettivi a medio-lungo termine:
1. Riconoscimento della categoria.
2. Divieto assoluto delle assemblee in presenza fino alla fine dello stato di emergenza e successiva previsione di assemblee telematiche come alternativa sempre possibile.
3. Compenso proporzionato alle responsabilità
4. Chiarezza sulla durata del mandato, revoca per giusta causa ed eliminazione revoca senza giusta causa.
5. Responsabilità dell'amministratore proporzionata a potere decisionale e potere di spesa.
6. Eliminazione o riforma radicale della legge 220/12 con tavoli pubblici di concertazione rappresentativi anche della base e non solo dei vertici associazionistici.

La sfida ambiziosa è quella di dare finalmente orgoglio e dignità agli amministratori, eliminando il rapporto di sudditanza che li lega alla proprietà ed alle istituzioni, attraverso azioni tese invece alla collaborazione, all'informazione ed al rispetto dei ruoli.

Vogliamo arrivare aI cuore dei condòmini (che sono prima di tutto persone) e dell'opinione pubblica e ambiamo ad essere interlocutori rispettati delle istituzioni, in quanto rappresentanti del patrimonio immobiliare italiano e figure chiave della sua riqualificazione. Vogliamo promuovere un rapporto di collaborazione reciproca tra amministratore e condòmini, al fine di rilanciare una nuova mentalità condominiale, basata sul rispetto dei ruoli e sulla collaborazione, sulla condivisione di obiettivi, nell'ottica della valorizzazione dell'ambiente, della promozione della cultura e della solidarietà per favorire il benessere del vivere in condominio.

Come?Attraverso una campagna capillare, utilizzando diversi canali, affinché ognuno di noi si impegni a sensibilizzare i propri condòmini e a fare cultura ed opinione per entrare nelle case degli italiani e conquistarne la fiducia.E' ora che gli amministratori agiscano per favorire il cambiamento.Singolarmente lo possiamo fare attraverso newsletter ed eventi diretti ai condòmini, insieme facendo rete, facendo uscire comunicati stampa e comprando pagine di quotidiani; coinvolgendo mass media, creando video da fare diventare virali ecc…Tutte iniziative che potrebbero facilitare l'ottenimento di risultati se avviate in massa su tutto il territorio nazionale.

Tra le ipotesi di finanziamento: l'autotassazione e il crowdfunding (non disdegneremmo nemmeno sponsor illuminati) per organizzare iniziative replicabili in tutto il territorio nazionale. Ci stiamo organizzando per il prossimo incontro web con i colleghi e speriamo di avere sostenitori sempre più numerosi per lavorare insieme per un futuro migliore. Ce la stiamo mettendo tutta, sottraendo tempo ed energie al nostro lavoro, spronati dalla convinzione di poter fare la differenza, perché “ogni tempesta comincia con una singola goccia. Cerchiamo di essere noi quella goccia.” (cit.Orso Tekoser Lorenzo)

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