Condominio

La figura del revisore e la necessità dell’imparzialità del ruolo

Possono essere pesanti in condominio le conseguenze di una relazione scorretta

di Mariachiara Bizzaro

Nei codici deontologici delle associazioni di revisori condominiali come nella norma Uni leggiamo che uno dei principi a cui deve attenersi il professionista che si accinge ad una revisione è l'indipendenza. Indipendenza finalizzata ad essere una garanzia per il committente, chiunque esso sia, come per la controparte e per il revisore stesso. Questo principio postula infatti che l'incarico del professionista sia svolto con obiettività, scetticismo professionale e con mancanza di riserve mentali.

I motivi di richiesta della revisione
Dire che il revisore condominiale deve attenersi agli interessi del cliente è totalmente diverso dal dire che il revisore deve fare gli interessi del cliente. Gli interessi di chi richiede una revisione, infatti, possono essere i più disparati: dalla verifica di eventuali ammanchi nelle casse condominiali alla verifica della correttezza della situazione contributiva del dipendente.

Approcciarsi a questa analisi con riserve mentali tali da far pendere il giudizio verso una parte o verso l'altra solo in apparenza è utile al committente che si sente soddisfatto nel sapere che le proprie convinzioni erano giuste. Una situazione del genere potrebbe invece portare il revisore, anche in buona fede, a un risultato falsato, guidato da preconcetti che involontariamente ne alterano il giudizio.

Le revisioni sbagliate
Le conseguenze delle relazioni di revisione errate non sono mai a favore di nessuno, basti pensare al caso in cui, sulla base di una revisione scorretta i condomini chiedano la revoca e il risarcimento ad un amministratore che, in giudizio, scopriranno aver agito sempre correttamente.L'imparzialità viene compromessa dal rapporto tra revisore e committente o tra revisore e controparte.

Purtroppo nessun uomo, e tutti i professionisti per incorruttibili che si sentano rientrano in questa categoria, può assicurare l'indipendenza assoluta. È però nella facoltà di ognuno e nei doveri deontologici di ogni revisore, valutare preliminarmente ogni richiesta: la compromissione non è necessario sia concreta né tanto meno evidente, basta che sia potenziale, ciò comporta che la valutazione del revisore debba essere profondamente sincera, personale e attenta.

L’imparzialità come valore
Ripetiamo ancora quindi che sta all'onestà intellettuale di un buon revisore condominiale valutare caso per caso il rispetto di questo principio, senza rigidi elenchi di rapporti da evitare o da considerare a rischio. Ecco perché il consulente tecnico di parte è necessario che abbia un atteggiamento mentale super partes , senza per questo perdere di vista le finalità del suo incarico e gli interessi di chi lo interpella. In assenza di ciò il revisore si rivelerebbe un'inquietante figura metà tecnico e metà avvocato. Sarebbe una leggerezza e un'imperdonabile perdita di opportunità snaturare in questo modo un professionista così importante e particolare inserito nell'ambito, troppo spesso sottovalutato dal legislatore, della disciplina condominiale.

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