Condominio

Il revisore condominiale come consulente del singolo condomino

di Mariachiara Bizzaro

L'idea di sviluppare la professione di revisore condominiale verso la figura del consulente anziché verso la figura del tecnico nasce dalla mia esperienza presso uno studio di amministrazione condominiale. Gli impiegati, si sa, sono la longa manus dell'amministratore e chi, fin troppo spesso, tocca concretamente il malcontento dei condòmini. Nella mia esperienza ho conosciuto un solo condominio in cui tutti i condòmini fossero soddisfatti dell'amministratore.

Ma questo malcontento da cosa deriva? Vi porto due esempi. La signora Rosa, di una certa età, riceve un sollecito di pagamento riferito ad una rata che sostiene di avere già saldato. La signora chiama quindi in ufficio e l'impiegato, che sta gestendo un'importante questione, le promette che la sua richiesta sarà presa in carico nel pomeriggio. Nel pomeriggio però c'è la necessità di organizzare uno spurgo urgente, rispondere ai fornitori, chiamare l'avvocato. Dopo 10 giorni, non vedendo alcun pagamento, l'addetta alla contabilità invia un secondo sollecito e la signora Rosa fa il diavolo a quattro convinta che l'amministratore voglia rubarle i soldi.

Ma cambiamo situazione. Luca ha subito gravi danni a causa di un'infiltrazione dovuta alla rottura di tubazioni condominiali. L'amministratore assicura di aver denunciato il sinistro all'assicurazione, dopo mesi senza alcun aggiornamento Luca chiede lumi all'amministrazione. Viene invitato a prendere visione dei documenti in giorni e orari incompatibili con i suoi impegni lavorativi. Il condòmino quindi rimane convinto che l'amministratore non si sia nemmeno preoccupato di aprire il sinistro, dal momento che, a suo dire, l'amministrazione altrimenti gli trasmetterebbe i documenti richiesti tramite mail.

In questi casi si rivela utile la figura di un revisore consulente: un professionista, esperto del settore, che si ponga come interlocutore tra il condomino insoddisfatto è l'amministratore. Qui ho portato due esempi banali, ma potremmo farne a decine. Queste situazioni di insoddisfazione non nascono necessariamente dalla disonestà dell'amministratore, in genere sono dovute a piccole negligenze o a disattenzioni dei suoi collaboratori, oppure semplicemente a un eccesso di zelo da parte del singolo condòmino.

l sintomo di questo malcontento? La frase che spesso ci sentiamo ripetere a mo' di minaccia: “allora vado dall'avvocato!” Ovviamente per certe piccolezze, anche se li fanno infuriare, i condòmini non si rivolgono al legale perché, diciamocelo, il gioco non vale la candela. Ecco che acquista importanza la figura del consulente, un professionista con la stessa competenza in ambito condominiale dell'amministratore, ma che può dedicarsi completamente ad evadere e soddisfare il condomino nel modo migliore e nel più breve tempo possibile sollecitando l'invio di documenti, analizzandoli, chiedendo spiegazioni e avendo colloqui con l'amministratore.

Rivolgo infine l'attenzione ad una questione che spesso ho sentito sollevare: perché il condomino, che paga già l'amministratore, dovrebbe pagare anche un consulente per soddisfare quelle richieste che l'amministratore è tenuto soddisfare in conseguenza del suo mandato? È una riflessione che non fa una piega, ma, con le giuste proporzioni, possiamo paragonare questa situazione alla sanità.

Tutti paghiamo le tasse anche per la sanità pubblica, ma quanti di noi anziché aspettare un mese per una visita all'ospedale pagano la struttura privata per poter accedere subito all'esame e per giunta sentendosi coccolati da medici e infermieri? Ecco perché ho deciso di allargare il servizio alle necessità dei singoli condomini. Ora solo il tempo dirà se la scelta si rivelerà oculata.

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