Condominio

Su sconti e scadenze domina il caos

Crescono le richieste ai Comuni per ottenere riduzioni o esenzioni praticamente su tutti i tributi comunali.

di Pasquale Mirto

Crescono le richieste ai Comuni per ottenere riduzioni o esenzioni praticamente su tutti i tributi comunali. Ma concederle non è facile, vuoi per motivi di cassa, vuoi per inghippi normativi, di cui i Comuni aspettano la risoluzione nel prossimo decreto. Ma nell’attesa è bene capire come intervenire a normativa vigente.

Il quando varia per ogni tributo, perché le norme che si sono succedute hanno creato un groviglio di scadenze. In generale regolamenti e tariffe vanno decisi entro il temine di approvazione del preventivo, oggi fissato al 31 luglio. Ma questa regola ha subìto quest’anno varie deroghe.

Imu
Per l’Imu, il termine per aliquote e regolamenti è il 30 giugno (comma 779, legge 160/2019). Per la Tari e la tariffa corrispettiva, il regolamento era da approvare entro il 30 aprile (articolo 57-bis, Dl 124/2019), mentre le tariffe entro il 30 giugno (articolo 107, Dl 18/2020). Per l’imposta di pubblicità il termine di approvazione delle tariffe è da sempre a data fissa, il 31 marzo (articolo 3 del Dlgs 507/1993), mentre il regolamento va scritto entro il 31 luglio. Nel canone dei mezzi pubblicitari regolamento e tariffe vanno approvati entro il termine del preventivo, quindi il 31 luglio. Stessa data per Tosap, Cosap e addizionale Irpef.

Imposta di soggiorno
L’imposta di soggiorno può essere variata in ogni momento, ma le tariffe sono applicabili solo dopo due mesi (articolo 15-bis del Dl 34/2019). Sarebbe forse necessario per il 2020 uniformare tutte queste scadenze al 31 luglio 2020.

Riduzioni
In tema di riduzioni occorre poi fare i conti anche con la previsione, irragionevole, contenuta nell’articolo 13, comma 15-ter del Dl 201/2011 (introdotto dal Dl 34/2019) che prevede per «i versamenti» dei tributi - diversi da imposta di soggiorno, addizionale Irpef e Imu, la cui scadenza è fissata dal Comune prima del 1° dicembre - il riferimento agli «atti» applicabili per l’anno precedente. Nella nota sulle riduzioni Tari del 23 aprile 2020 Ifel ha chiarito che per atti debbono intendersi solo gli atti tariffari, ma non quelli di natura regolamentare.

Se il quadro normativo è caotico, non va meglio per le regole su riduzioni ed esenzioni. Nessun problema per l’Imu, che, a parte la quota statale, da quest’anno può anche essere azzerata. Per la Tari è possibile prevedere riduzioni ed esenzioni, ma si pone il problema della loro copertura, come sottolineato nella nota Ifel. Stessa libertà d’azione anche per l’imposta di soggiorno.

Tosap
Per la Tosap e l’imposta di pubblicità invece il Comune non può disporre esenzioni, ma solo riduzioni. Sul punto, la Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, con deliberazione n. 137/2017, ha ritenuto, in tema di Tosap, che il Comune non può disporre esenzioni perché inciderebbero «sull’individuazione delle fattispecie imponibili», aspetto precluso dall’articolo 52 del Dlgs 446/1997. Sono possibili le riduzioni, a condizione che non si traducano in un «sostanziale svuotamento del presupposto impositivo».

Questi principi autorizzano i Comuni a disporre sostanziose riduzioni per la Tosap, per l’Imp e il canone dei mezzi pubblicitari. Nessun problema, invece, per la Cosap, che essendo di natura patrimoniale può essere ridotta o azzerata. Il problema, ovviamente, è la sostenibilità delle agevolazioni per il bilancio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©