Condominio

Escrementi di piccioni nell’appartamento sovrastante: si ha diritto al risarcimento

Nel caso specifico l’appartamento sovrastante era abbandonato e la condomina sottostante aveva subito gravi danni fisici

di Maurizio Tarantino

In caso di stato di abbandono dell'appartamento sovrastante, le infezioni causate dagli escrementi dei piccioni, depositate sui balconi, legittima il risarcimento del danno alla salute sofferto dai proprietari del piano inferiore (Giudice di pace Piazza Armerina, 14 aprile 2020, n. 22).

Il problema dei volatili in condominio
I piccioni in condominio sono un problema molto comune, soprattutto perché con i loro escrementi, rendono l'ambiente insalubre, e sporcano l'immobile, impedendo anche di stendere i panni o di tenere balconi e finestre aperti. Capita spesso però, che questo problema non riguardi tutti i condomini; infatti il disagio grava soprattutto su coloro che abitano nei piani alti, oppure su chi vive in una particolare ala del palazzo. Per questo motivo, è necessario, nel caso in cui in un condominio sussista questo problema, svolgere un'attività di sanificazione dell'ambiente, finalizzato ad eliminare periodicamente i nidi e i relativi materiali, gli escrementi e tutto ciò che sia riferibile ai volatili.

La vicenda
L'attrice lamentava alcuni danni provocati dall'unità immobiliare specularmente sovrastante alla propria. In particolare, l'appartamento del convenuto era in stato di carente manutenzione (se non di abbandono totale) e per questo era stato interessato da infiltrazioni causate dagli infissi lasciati perennemente aperti e ciò aveva anche favorito l'accesso di volatili ed altri animali. Per questi motivi, la condomina chiedeva i danni a causa della corrosione di ambienti interni a seguito dell'utilizzo di solventi chimici per l'intervento di pulizia straordinaria del proprio fabbricato; inoltre, l'attrice aveva contratto un'infezione a causa degli escrementi dei piccioni che si erano accumulati nell'immobile, patologia generativa di invalidità permanente.

L'intervento dell'amministratore
A seguito dell'istruttoria di causa, era emerso che la questione era ben nota all'amministratore del condominio. Quest'ultimo, infatti, aveva segnalato più volte il problema al proprietario dell'immobile contestato. Il fatto che l'immobile del convenuto fosse disabitato con alcuni infissi lasciati aperti emergeva, inoltre, dalla documentazione fotografica e dalla relazione di consulenza tecnica. Dalle risultanze dell'esame testimoniale degli altri condomini, inoltre, era emersa la conferma che il cortile condominiale non presentava problematiche igieniche particolari riferibili alla presenza di piccioni, e che lo stesso era periodicamente oggetto di attività di pulizia da parte dell'impresa incaricata.

Danni fisici
L'attrice confermava di avere accusato forme di patologia respiratoria quali “riniti e sinusiti” oltre a «sindrome pruriginosa, fonte di localizzazione cutanea, stress psichico ed ansia reattiva». Ed ancora, dalla perizia svolta dal medico legale, era emerso che a seguito di questa patologia, l'attrice aveva riportato anche la bronchite cronica asmatiforme di natura allergica, causata dall'inalazione dei microorganismi contenuti negli escrementi dei piccioni che avevano soggiornato e nidificato nell'appartamento disabitato situato al piano superiore dello stabile in cui abitava. In considerazione di ciò, secondo il giudicante, non vi era alcun dubbio in ordine alle cause dei danni lamentati dall'attrice, con conseguente diritto al risarcimento degli stessi.

In conclusione, per i motivi esposti, il Giudice di pace riconosce il danno alla salute provocato alla condomina dagli escrementi dei piccioni nell'appartamento sovrastante in stato di incuria manutentiva; di conseguenza, la convenuta è stata condannata al risarcimento di circa 5 mila euro per i danni fisici subiti dall'attrice (danno biologico pari al 4% oltre alle spese mediche).

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