Condominio

Minacciano la vicina tramite un “killer”: confermato il divieto di dimora nel Comune

La vittima aveva installato un cancello davanti all’abitazione di una coppia

di Patrizia Maciocchi

Scatta il divieto di dimora nel Comune per i condomini che assoldano degli amici in difficoltà economiche, con il mandato di aggredire fisicamente la vicina di casa . Azioni talmente da gravi da giustificare la compressione del diritto fondamentale ad usare la propria abitazione e addirittura a frequentare il paese d'origine.

Il caso concreto
La Cassazione, con la sentenza 4473 , respinge il ricorso contro la misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di residenza imposta ad una coppia di coniugi, 73 anni lui e 63 lei, che avevano in più occasioni aggredito, anche fisicamente, una vicina di casa: una persecuzione che era durata tre anni. La colpa principale della vittima era di aver messo un cancello in modo tale da limitare la possibilità della coppia di entrare nella loro casa. Ragione per cui la difesa chiedeva di addossare alla vittima, la responsabilità di aver acceso la miccia che aveva esasperato gli animi e dato il via alla guerra. Uno stalking condominiale , questa volta combattuto con armi davvero poco convenzionali.

I due imputati, anche se solo la moglie ha fatto ricorso contro la misura, erano arrivati ad ingaggiare un “killer” con l'incarico di fare fuori la nemica o “almeno” di farla finire sulla sedia a rotelle. Il “sicario” improvvisato aveva preso 200 euro di acconto, il saldo era di 3 mila euro, ma si era accordato con la vittima, alla quale aveva messo una serie di garze e cerotti, applicando anche una finta ingessatura. La simulazione non era andata però a buon fine, perché i mandanti si erano accorti che la donna “camminava ancora”: ragione per cui era scattata la clausola soddisfatti o rimborsati.

Per la Cassazione poteva accadere il peggio anche a causa di un incontro occasionale tra i protagonisti della vicenda. Tanto ( a differenza del caso un poco meno grave risolto dalla asaszione pochi giorni fa ) basta per affermare che l'unica misura possibile è l'allontanamento degli indagati dal territorio. Per la ricorrente anche l'obbligo di versare 3 mila euro alla cassa ammende. Esattamente il prezzo del delitto.

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