Condominio

Il condominio spazio di confronto

di Glauco Bisso

Comprare casa significa scegliersi i vicini, le gioie e le sofferenze per gli anni a venire. Se esistesse un bollino che individua il condominio felice sarebbe il dato più importante che determina la scelta. Ancor più importante individuare quello che “se lo conosci lo eviti”, perché l’edificio non è fatto solo di muri e servizi ma della qualità dei rapporti.

Il condominio «isola felice»

Capita a Roma, in un complesso supercondominiale della Roma bene, abitato da professionisti, impiegati e pensionati. Si direbbero persone che non hanno problemi economici. Ma questo non significa che l’indifferenza non fosse prevalente, anzi motivata dalla relativa tranquillità economica. Questo alcuni anni fa.

Oggi, narrano gli abitanti, il condominio è diventato “felice”: «Tutto nasce da una festa in piscina», racconta un condomino, ricordando la prima iniziativa (per leggere tutto il racconto cliccare qui ). La piscina tra gli edifici è diventata la piazza dell’incontro e non dello scontro tra le persone. E questo è stato reso possibile dal diverso scopo dell’incontro che non ha replicato le dinamiche proprie dei contrasti o dell’indifferenza tra proprietari ma li ha riconfigurati innescando situazioni successive di scambio: ricorrenze, compleanni o semplice ritrovata voglia di stare insieme.

Da caso a modello

Se si muta il contesto della comunicazione, il messaggio cambia significato. La relazione così mutata ha permesso in poco tempo di rendere concludenti le assemblee condominiali e risolvere i contrasti più importanti che nascevano non da problemi materiali ma da il rapporto deteriorato tra i proprietari. È così si è riusciti a deliberare, in molti casi all’unanimità, manutenzioni importanti e a disciplinare persino quello che più fa litigare, il parcheggio nelle aree comuni.

La ricetta che se ne trae è semplice e rivoluzionaria: occorre un luogo dello scambio, qui la piscina, in altri casi i cortili o uno spazio di incontro. Basta una situazione che permetta ai rapporti di riconfigurarsi. E ci deve essere chi, raggiunto l’equilibrio nel nuovo sistema di scambio, opera per il suo mantenimento. Non è un risultato facile da ottenere ma possibile e comunque vale la pena tentare.

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