Condominio

Lavori condominiali sopra 200mila euro, lo sconto in fattura è ancora operativo

di Giuseppe Latour

Sconto in fattura solo per i grandi interventi condominiali sopra la soglia di 200mila euro. La vicenda dello strumento che consente di ottenere l’anticipo dei bonus casa, in vigore da maggio scorso , si conclude con un passo indietro rispetto alla cancellazione totale, decisa in commissione Bilancio al Senato nella serata di martedì. Il meccanismo torna in vita, anche se per casi che, nella pratica, saranno piuttosto limitati.

La prima versione
La prima versione dell’emendamento alla manovra, votata martedì, aveva scelto la soluzione più radicale possibile:  stralcio di tutti i commi dell’articolo 10 del decreto crescita (Dl 34/2019) legati allo sconto in fattura .

La conseguenza è che dal primo gennaio prossimo non sarà più in vigore la regola secondo la quale, come spiegava il Dl 34/2019, per gli interventi di efficienza energetica e di messa in sicurezza antisismica il soggetto avente diritto alle detrazioni può optare, in luogo dell’utilizzo diretto dei bonus, per un contributo di pari ammontare, «sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi», da incassare poi come credito di imposta in cinque rate.

Le associazioni di categoria
Questa scelta è stata subito accolta con favore da artigiani e piccole imprese , che stanno combattendo per arrivare all’abrogazione dal momento di approvazione del decreto crescita. Più critici, invece, i rappresentanti di imprese più grandi, come l’Ance, propensi a una soluzione intermedia: l’esclusione dello sconto in fattura solo per i lavori più piccoli. Senza dimenticare che, in questi mesi, sono molte le grandi società che hanno investito su offerte commerciali legate allo strumento.

La nuova regola
Così, nella serata di mercoledì la maggioranza aveva iniziato a studiare un compromesso, per arrivare a un nuovo sconto in fattura sostenibile per il mercato. La soluzione uscita dal Parlamento, allora, fa un passo indietro rispetto all’abrogazione totale. Lo sconto in fattura resta solo per gli interventi «di ristrutturazione importante di primo livello» per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo pari o superiore a 200milla euro. Il meccanismo è identico a quello in vigore finora: il fornitore anticipa l’importo che serve allo sconto e poi lo recupera in cinque anni, sotto forma di credito di imposta da portare in compensazione.

La «ristrutturazione di primo livello», citata nel testo, significa che l’intervento, oltre a interessare l’involucro edilizio con un’incidenza superiore al 50% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, deve comprendere anche la ristrutturazione dell’impianto termico. In pratica, lo sconto viene limitato ai grandi lavori e a tutti quegli operatori con una capacità fiscale e amministrativa tale da sopportare riqualificazioni complesse.

Restano esclusi tutti gli interventi più piccoli, come la sostituzione di infissi. Per loro, e per gli artigiani che installano questi prodotti, lo sconto in fattura resta cancellato. Facendo, però, attenzione al calendario: l’abrogazione sarà operativa dal primo gennaio 2020. Fino ad allora, le norme del decreto crescita, e i provvedimenti attuativi dell’agenzia delle Entrate, resteranno pienamente operativi.

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