Condominio

La faida tra famiglie provoca tensioni in condominio: a nessuno va il risarcimento

di Patrizia Maciocchi

Nessun risarcimento alle famiglie protagoniste di una faida, tanto da creare nel condominio un clima intimidatorio e minaccioso. La Corte di cassazione (sentenza 32133 ) respinge il ricorso di una coppia contro un'altra, mentre una terza non aveva proseguito lo scontro sul terreno giudiziario.

All'interno dello stabile si combatteva una guerra senza esclusione di colpi: ovviamente con le armi a disposizione. Una delle accuse mosse da una coppia di coniugi all'altra era di aver più volte imbrattato, con olio e sale grosso, il portone del garage di proprietà e «la zona antistante».

L'allarme tra i condòmini
In questo clima nulla di più scontato delle minacce verbali rivolte ai “clan” rivale, al posto saluto, quando capitava un incontro sulle scale.

La Suprema corte esclude gli effetti minatori e lesivi a carico di una delle protagoniste degli scontri, l'aver esposto sul vetro della propria auto e su un bidone della spazzatura la copia di una querela che le era stata fatta dalla rivale.

Un modo per portare gli altri abitanti del palazzo a conoscenza dell'accusa mossa dalla nemica. Ma non è la querelante, ovviamente già a conoscenza della sua denuncia che si può dolere del gesto.

L'iniziativa ha infatti avuto il solo effetto «di creare un certo allarme fra gli altri condomini per la lite esistente tra quelle famiglie, e quindi un clima di tensione all'interno del condominio».

Per tutti i giudici hanno escluso il diritto al risarcimento

La coppia che perde il giudizio in Cassazione, paga le spese alla famiglia ”vincente”, i giudici però avallano la scelta della Corte territoriale di compensare le spese di “lite”, in questo caso nel senso più pieno del termine, tra tutti i protagonisti della vicenda evidenziando nel complesso una «soccombenza reciproca».

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