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Recensione: serenamente travolto da una tempesta, io, essere imperfetto

di Rosario Dolce

La tempesta perfetta. E' questo il titolo che Daniela Zeba (nella foto) e Mirella Stigliano hanno voluto dare alla propria opera. Uno scritto che già, per esso, incuriosisce. Di cosa mai si vorrà parlare? Quale intento si cela dietro al titolo? Quale catastrofe ci aspetta?
In realtà, nessuno evento nefasto viene preannunciato. Certo, a date condizioni. In effetti, la lettura del testo “regala” talvolta segni di inquietudine sommessa – insomma, come quando si è colti da una sorta di mal di mare latente -, ma poi, in un fremito di piena razionalità, tirando un sospiro di sollievo, a fronte dell'apnea a cui si è sottoposti - al termine di ciascun capitolo -, si scorge un barlume di speranza, un attimo di lucida follia: ed è proprio in questo istante che ci si avvede, quasi stupiti, che il moto ondoso assai irregolare, quasi devastante (insomma lo tsunami da cui si è stati travolti…), è il pensiero unico delle autrici.
Un vento fresco, soave talvolta, a cui prestarsi pienamente, senza opporsi più di tanto. Un moto energetico da cui farsi condurre, inebriare, conquistare, stante anche lo stile originale con cui si caratterizza la scrittura. Si discorre, con sentita avvedutezza, al cuore della professione. Si decanta il senso più profondo dell'attuale professionista e, alla fine, si circoscrive la sua sfera di “libertà”, o presunta tale.
Il testo regala una istantanea sull'attuale scenario istituzionale in cui “galleggia” l'amministratore del condominio negli edifici. Ma va più in là… conduce oltre l'appagata e appagante idolatria dell'esistente associazionismo.
Le autrici confutando, in modo arguto, le risposte offerte dalla “lex mercatoria”, indicano gli sbocchi da seguire per anticipare l'evento catastrofico - prossimo ad abbattersi con inaudita potenza - ed offrono soluzioni ai tanti interrogativi disseminati e sorti lungo il lento naufragio, a cui noi tutti siamo sottoposti.
Ecco qui, allora, il valore aggiunto che è dato trarre dall'opera: il suo ampio e infinito “orizzonte”. Oserei dire: l'ambizione di giungere alla calma dopo la tempesta.
L'opera unisce, magistralmente, il “presente” del condominio, ignavo e infimo, al “futuro” dei condòmini, dilettevole e sociale.
L'egoismo dei bisogni individuali non potrà che lasciare il posto all'altruismo, nella condivisione. Il ruolo cardine è assegnato al “nuovo” amministratore. Non piu' corsaro ma capitano regolare e riconosciuto universalmente.
C'è, dunque, del pioneristico in ciò che si cela dietro ciascuna delle righe scritte da parte delle lungimiranti colleghe, che, in sé, affascina e non può che condividersi pienamente, non solo sul piano dei meri principi ma in senso veramente operativo. Occorre, allora, meditare ogni capoverso, ogni spunto che il testo dona; comprese le felici intuizioni grafiche poste al termine di ciascun paragrafo, in grado di condirne, con sarcasmo e ironia, il rilievo e il contenuto.
Alla fine, del testo, ciò che avverto, quale discente, è una sensazione piacevole: sono stato travolto da una insolita “tempesta”, io che sono imperfetto me ne sono nutrito.
Per cui, il consiglio finale che mi permetto di dare a chi si accinge a leggere il testo è quello di abbandonarsi ad esso, di lasciarsi trasportare dalle correnti che lo caratterizzano senza pregiudizi di sorta, di lasciarsi condurre dal moto ondoso fino ad arrivare alla deriva, da lì si avrà modo di meglio razionalizzare, sì da ammirare la luce del faro posto nella sommità opposta. La Luce, in fin dei conti, appaga ogni sacrificio.

La tempesta perfetta - La nuova rotta del condominio
di Mirella Stigliano e Daniela Zeba
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Euro 19,60

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