Condominio

Si può pignorare il conto corrente del condominio?

di Anna Nicola

La pignorabilità del conto corrente condominiale è stata ed è fonte di accesa discussione
I Giudici che da ultimo si sono espressi su questo argomento paiono essere favorevoli all'esecuzione coatta. Il filone di pensiero che ritiene questa operazione possibile basa le sue osservazioni sul fatto che il condominio, pur essendo un ente di gestione senza personalità giuridica ha comunque una sorta di sua soggettività giuridica distinta, già anche solo in ambito di gestione del denaro.
Su questa base si ritiene che vi sia una separazione tra i patrimoni dei singoli condomini e il patrimonio affidato all'amministratore, concludendo per la legittimità del pignoramento di quanto risulta sul conto condominiale, a garanzia dei terzi creditori del condominio.
Nella gestione di questo conto, il condominio si qualifica come centro autonomo di imputazione di posizioni giuridiche.
In pratica vi è un vincolo di destinazione che, al pari delle parti comuni dell'edificio, determina la rottura del legame giuridico tra singoli condomini e Condominio.
Le somme versate formerebbero un “patrimonio condominiale” aggredibile dai creditori del condominio ex art. 2740 c.c. (Trib. Reggio Emilia, ordinanza 16 maggio 2017; Trib. Milano, ordinanza 27 maggio 2014; Trib. Ascoli Piceno, ordinanza 26 novembre 2015).
Chi esclude la pignorabilità del conto condominiale basa il suo ragionamento sul beneficio di escussione a favore dei condomini in regola con i pagamenti.
L'art. 63 disp. att. c.c., al secondo comma, prevede che “i creditori non possono agire nei confronti degli obbligati in regola con i pagamenti, se non dopo l'escussione degli altri condomini”.
Questa disposizione sembra incompatibile con la possibilità di pignorare il saldo presente sul conto corrente condominiale. La norma infatti obbliga il creditore ad escutere, in via preventiva, i condomini morosi (cioè non in regola con i pagamenti degli oneri condominiali, mentre, nell'ipotesi di pignoramento diretto del conto condominiale verrebbero pignorate le somme versate dai condomini “virtuosi”, contravvenendo alla norma).
In realtà, si ritiene che questa norma non esclude che i creditori, prim'ancora di agire contro i morosi, possano provare a soddisfare le proprie pretese creditorie direttamente contro il Condominio, il quale è soggetto diverso rispetto ai condomini diligenti e a quelli morosi.
Così ragionando, l'art. 63 disp. Att. C.c. riguarderebbe solo i rapporti tra i condomini, mentre l'apertura del conto corrente formerebbe una terza entità giuridica che garantisce con il proprio patrimonio (l'attivo presente sul conto corrente condominiale) i terzi creditori (Trib. Milano, 21 novembre 2017).
Di recente, il Tribunale di Teramo, in data 18 aprile 2019 ha evidenziato che il beneficio di escussione ex art. 63 disp. att c.c. ostacola la pignorabilità del conto condominiale.
Si legge in questa ordinanza -che «potesse agire direttamente nei confronti del conto corrente condominiale, senza preliminarmente agire nei confronti dei condòmini morosi, risulterebbe svuotata dal di dentro la ratio della norma, il cui obiettivo è proprio quello di fare in modo che, qualora vi siano condòmini morosi, debba essere tutelato ogni cespite patrimoniale riferibile ai condòmini in regola con i pagamenti».

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