Condominio

Rubare agli anziani in condominio è un’aggravante del reato

di Giulio Benedetti

Negli ultimi anni gli anziani sono divenuti bersagli di odiosi reati predatori compiuti nei loro confronti all'interno delle loro abitazioni condominiali , dove quali malintenzionati si introducono, vantando false identità di tecnici del gas o della luce o di appartenenti alle forze dell'ordine. Addirittura , in alcuni casi, gli anziani vengono avvicinati in prossimità dei supermercati, da soggetti i quali, fingendosi creditori dei loro figli o nipoti, li accompagnano all'interno degli istituti bancari per prelevare del denaro che si fanno consegnare in strada o a casa dalla loro vittime.
Per cercare di arginare il triste fenomeno è stata introdotto l'art. 61 n. 5 c.p. che aggrava la pena nei reati commessi approfittando della fragilità della persona che agevoli la commissione dei reati ed ostacoli la privata o pubblica difesa.
La giurisprudenza (Cassazione, sentenza n. 13933/2015; n. 8998/2014) sostiene che tale aggravante ricorre quando l'agente approfitti , per compiere il reato, dello stato di debolezza psichica o fisica della persona offesa che può essere valutata anche con riferimento all'età senile. La Corte di Cassazione (sentenza 56311/2018) ha rigettato il ricorso di un soggetto avverso una sentenza che lo aveva condannato per più furti in abitazione , pluriaggravati dalla destrezza e dalla minorata difesa delle vittime che vivevano sole all'interno di appartamenti condominiali.
Il reo si era introdotto in casa delle anziane vittime , spacciandosi per un dipendente dell'impresa municipale al fine di effettuare dei controlli dell'erogazione dell'acqua, adducendo sospetti di presenza di sostanze patogene (mercurio o amianto) ed esibendo una strumentazione ( del tipo rilevatore) che avrebbe dovuto servire alla verifica. Con tale raggiro il soggetto convinceva le vittime della necessità di proteggere i loro averi (oro, argento o banconote) dagli effetti venefici delle predette sostanze, invitandole a riporre tali beni nel frigorifero. Quando tali oggetti venivano posti nel frigorifero il soggetto riusciva a rimanere solo in cucina , avviando le vittime in altri ambienti con la scusa di fare loro chiudere i rubinetti dell'acqua lasciati aperti, e ad impossessarsi di tali beni .
La Corte approvava la decisione del giudice di appello che aveva riconosciuto , nella condotta del reo, la ricorrenza della circostanza aggravante dell'art. 61 n. 5 c.p. ., ovvero dell'aggravante di avere approfittato delle circostanze di tempo , di luogo o di persone tal ida ostacolare la pubblica o privata difesa , per la quale deve essere specificamente valutata anche in riferimento all'età senile e alla debolezza della persona offesa , avendo voluto il legislatore assegnare rilevanza ad una serie di situazioni che denotano nel soggetto passivo una particolare vulnerabilità della quale l'agente trae vantaggio.
Tale circostanza si realizza allorchè la condotta criminoso sia stata agevolata dalla scarsa lucidità o dall'incapacità di orientarsi da parte della vittima nella comprensione degli eventi secondo gli usuali criteri della vita normale. Ne consegue che il giudice di appello ha congruamente esaminato il profilo di maggiore disvalore collegata alla situazione fattuale esaminata ed ha ritenuto che l‘età delle persone offese avesse contribuito alla loro maggiore suggestionalità e ad una minore capacità reattiva , circostanze che costituiscono la parte fondamentale della condotta dell'agente e delle quali ha approfittato nel caso concreto.
La Corte di Cassazione richiama la giurisprudenza ( n. 13933/2015) per cui le circostanze di persona che , ai sensi dell'art. 61 n. 5 c.p., aggravano il reato quando l'agente ne approfitti possono consistere in uno stato di debolezza fisica o psichica in cui la vittima del reato si trovi per qualsiasi motivo ; ne consegue che essere devono essere conosciute dall'agente e tali da ostacolare , in relazione alla situazione fattuale concretamente esistente, la reazione dell'autorità pubblica o delle persone offese , agevolando la commissione del reato. Giulio Benedetti

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