Delibere obbligatorie anche per il «subcondominio»
La soluzione del parere richiesto è da ritrovare nella disciplina che emerge dalla lettura degli artt. 1118, 1123 e 1133 e 1137 del Codice civile. In base alla previsione stabilita dalla prima disposizione citata, va anzitutto sottolineato che il diritto di ciascun condomino sulle parti comuni è proporzionato al valore dell'unità immobiliare che gli appartiene e questi non può rinunciare al suo diritto sulle parti comuni. In base a quanto rispettivamente stabilito dagli artt. 1133 e 1137 i provvedimenti presi dall'amministratore nell'ambito dei propri poteri, nonché le deliberazioni legittimamente approvate dall'assemblea sono obbligatorie per tutti i condomini. Infine, ai sensi dell'art. 1123, le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell'edificio, per la prestazione dei servizi nell'interesse comune (com'è ad esempio il caso delle opere anti-incendio) e per le innovazioni deliberate dall'assemblea sono sostenute dai condòmini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno. Le stesse previsioni si estendono, in base all'art. 1117-bis al supercondominio (casi in cui più unità immobiliari o più edifici ovvero più condomìni di unità immobiliari o di edifici abbiano parti comuni. Conseguentemente risulta applicabile anche la previsione che stabilisce che l'incarico di amministratore (anche del supercondominio) ha durata di un anno e si intende rinnovato per eguale durata. L'assemblea, convocata per la revoca o le dimissioni, delibera in ordine alla nomina del nuovo amministratore (art. 1129).
