Condominio

L’albo degli amministratori resta il sogno di molti

di Francesco Schena

La professione non sta poi così male: l’indagine realizzata da Arco (Associazione amministratori e revisori contabili condominiali) serve a capire quali siano, secondo gli addetti ai lavori, i livelli di tutele necessarie per la professione nel prossimo futuro. L’indagine muove alla base di una iniziativa per la scrittura di una proposta di legge da presentare allo Sviluppo Economico nel prossimo autunno. Il sondaggio (disponibile su www.quotidianocondominio.ilsole24ore.com) è stato aperto lo scorso 23 luglio, si è concluso domenica 29 luglio ed ha visto la partecipazione di 530 professionisti del mondo condominiale. Per vedere la versione integrale dei risultati cliccare qui.

All’inizio è stato chiesto di indicare, su una scala di valori da 0 a 5, il livello di interesse sociale della professione oggi. Secondo gli intervistati, il livello di rilevanza sociale della professione si attesta sul punteggio di 3,7, un dato molto alto (soprattutto rispetto alla percezione degli anni Novanta).

La seconda domanda era sui vari livelli di rilevanza assegnati a cinque profili fondamentali della professione, sempre su una scala da 0 a 5. Sul podio, al primo posto, la verifica della idoneità professionale ha ottenuto il punteggio di 4,47. A seguire, con un punteggio di 4,43, l’idoneità morale dell’amministratore. Un dato molto interessante è il punteggio di ben 4,33 assegnato alla deontologia, mentre l’equo compenso o l’idea di un tariffario si posiziona al 4° posto con un punteggio di 4,14; all’ultimo posto l’incompatibilità professionale con un punteggio di 4,00, comunque alto.

In tema di formazione, gli amministratori credono che l’attuale sistema sia piuttosto valido e sufficiente. Con un punteggio di 3,67, il diploma superiore sommato alla formazione prevista dal Dm 140/2014 si posizionano al primo posto. Seguono: un diploma a cui aggiungere un corso di perfezionamento universitario in luogo del corso;  una laurea triennale con tirocinio; la sola laurea triennale.

Per quanto riguarda il sistema di governo e controllo della professione, al primo posto, con il favore di oltre il 55% degli intervistati, trionfa l’ipotesi di un vero Albo professionale sotto il controllo di un ministero. A parecchia distanza un elenco pubblico e verificato presso un ministero o un registro pubblico e verificato presso le Cciaa o l’agenzia delle Entrate e l’idea di un Ruolo gestito dalle Cciaa. Solo per il 3,45% degli intervistati le cose stanno bene così come sono.

Da ultimo, 20% dei consensi all’ipotesi dell’Albo unico delle professioni immobiliari (con amministratori, revisori condominiali, agenti e valutatori e agenti immobiliari) e 80% all’albo con soli amministratori e revisori condominiali.

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