Condominio

Domande & risposte

di Federica Micardi

Che cosa prevede la nuova legge sull’equo compenso? Quali sono le novità in arrivo con la legge di bilancio?

Prevede una doppia tutela. I professionisti hanno diritto a un equo compenso nei rapporti con i clienti «forti» (grandi imprese, banche, assicurazioni e Pa) e devono essere presenrvati da clausole vessatorie nel contratto che regola tali rapporti. Con la legge di Bilancio si rafforza il peso dei parametri fissati dai ministeri vigilanti e si cancella la norma che fissa in due anni dalla sottoscrizione il termine per chiedere la nullità delle clausole al giudice.

La nuova disciplina sull’equo compenso si applica anche ai contratti in essere o vale solo per quelli futuri?

La norma di tutela dell’equo compenso si applica anche ai contratti in essere ad eccezione di quelli sottoscritti con la pubblica amministrazione. Il testo della norma (che modifica la legge forense) prevede infatti espressamente che per la Pa le nuove regole riguardano i contratti che saranno sottoscritti a partire dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale (decreto legge 148/2017) vale a dire dal 6 dicembre scorso.

Cosa accade se nel contratto sono presenti clausole vessatorie o viene fissato un compenso non equo?

La norma prevede che le clausole vessatorie decadano mentre il resto del contratto rimane valido, quindi ci si aspetta la sola rimozione delle clausole illegittime. Più articolato il caso di compenso non equo perché il giudice deve rilevare e dichiarare la «non equità» e poi stabilire il compenso equo. L’equità, secondo la norma, c’è se il compenso è proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto ed è conforme ai parametri

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