L'esperto rispondeCondominio

La tettoia aggiunta, il decoro e l’abuso

Pierantonio Lisi

La domanda

Nel 1994 e nel 1998 comprai due appartamenti attigui all’ultimo piano, con il lastrico solare a uso esclusivo e balconi aggettanti sulla facciata. Quello del 1998 aveva una tettoia di vetro aperta anche lateralmente, che lo proteggeva da eventi atmosferici. L’altro del 1994 ne era invece privo: in continuazione della tettoia esistente, ne fu poi montata una con le stesse caratteristiche. La facciata dei due appartamenti su cui poggia la tettoia è rientrante rispetto a quella principale. Dopo tanti anni, a seguito di una divergenza, un condomino minaccia ora di denunciare agli organi competenti l’eventuale abuso dei lavori relativi alla costruzione. Vorrei avere indicazioni sulla strategia da intraprendere per riportare la situazione in un alveo leale ed evitare spese più gravose. Infine, sarebbe utile avere lumi sull’interpretazione di usucapione per eventi di oltre venti anni fa.

Occorre innanzitutto verificare con cura la conformità dell'intervento alla normativa edilizia. Dalla descrizione dell'opera offerta dal lettore, l'intervento potrebbe rientrare tra quelli di edilizia libera. In tal caso, l'eventuale segnalazione all'autorità competente - ossia al Comune - non avrebbe alcuna conseguenza. Il decorso dei vent'anni dalla realizzazione della prima tettoia, invece, non sana l'eventuale abuso edilizio, ma potrebbe avere rilievo nel caso in cui fosse contestata la legittimità dell'intervento per lesione del decoro architettonico. Usucapito il diritto a mantenere la prima tettoia, infatti, sarà difficile sostenere che la seconda, che si pone in continuità con la prima, possa risultare lesiva (per un caso in cui si è affermata la possibilità di usucapire il diritto di mantenere una tettoia realizzata su balconi in violazione della disciplina delle distanze e del decoro architettonico, si veda la Cassazione, sezione II, 19 giugno 2009, n. 14455).

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