Condominio

Immigrati proprietari, sono solo il 20%

di Emiliano Sgambato

Solo il 19,1% degli stranieri residenti in Italia vive in una casa di proprietà. Il 64,7% risulta invece in affitto, l’8,9% abita presso il luogo di lavoro e un altro 7,3% alloggia da parenti o amici. È la situazione abitativa degli oltre 5 milioni di stranieri regolari – a cui vanno aggiunti circa 70mila studenti universitari, il cui numero è raddoppiato in dieci anni – illustrata nel corso del convegno “I nuovi italiani - Casa, lavoro, cultura per l’integrazione”, organizzato da Sidief e Banca d’Italia che si è svolto ieri a Roma.

Un dato da leggere nella sua potenzialità: «Gli stranieri sono in prima fila – ha detto il presidente di Sidief Mario Breglia, presentando lo studio condotto con Nomisma e Censis – nella ricerca di una casa da acquistare. Si stima che almeno un milione di persone, in affitto o in coabitazione, abbiano un reddito sufficiente per pagare un mutuo tra i 600 e gli 800 euro mensili».

Negli ultimi dieci anni gli immigrati hanno comprato circa 850mila alloggi, perlopiù nei piccoli comuni delle aree metropolitane, con una spesa media di poco superiore a 120mila euro. A causa della crisi, tuttavia, anche per la difficoltà di accesso al credito nei periodi della maggior stretta creditizia, gli acquisti sono scesi a circa 50mila l’anno, meno della metà rispetto al 2007.

I dati presentati confermano che i lavoratori immigrati sono protagonisti di un mercato privato dell’affitto con carenze qualitative e quantitative, fatto all’inizio di stanze (spesso in condivisione) dal canone di 3-400 euro mensili; e poi, col tempo, di “micro-case”, da 700-900 euro per un alloggio a Roma, cifra che scende a 600-700 euro ad esempio a Bologna. Dai racconti individuali emerge un continuo turn over all’interno di quelle aree della città (centrali, periferiche o suburbane) dove il bene casa è economicamente più accessibile. Un fenomeno che si verifica soprattutto al centro nord: a fronte di una media nazionale di stranieri residenti pari all’8,3% della popolazione italiana, a Milano tale quota si attesta al 19%, a Torino e Bologna sopra al 15%, a Roma e Venezia attorno al 13 per cento.

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