L'esperto rispondeCondominio

Acqua calda sanitaria, riparto per millesimi

Cesarina Vittoria Vegni

La domanda

Abito in un condominio di 12 appartamenti, con impianto di riscaldamento centralizzato (ora a valvole termostatiche) e con la distribuzione dell’acqua sanitaria centralizzata, senza che sia tecnicamente possibile l’installazione di contatori individuali.Per 40 anni abbiamo diviso il costo dell’acqua calda (scorporando una percentuale condivisa per altri utilizzi) in parti uguali, e precisamente in rapporto al numero dei componenti dei vari nuclei familiari. Di recente un condomino, che ha una famiglia numerosa, ha detto che, in base a una direttiva Uni, l’acqua sanitaria sarebbe suscettibile di non venire rapportata al numero delle persone che vivono nel nucleo familiare, senza fornire ulteriori dettagli circa il metodo di ripartizione della spesa da adottare in questo caso. Qual è il parere dell’esperto?

Il Dlgs 102/2014, che ha recepito la direttiva 2012/27/Ue, fa riferimento, oltre che al riscaldamento, all’acqua calda sanitaria per la contabilizzazione e suddivisione delle spese. Se una perizia accerta che non si possono installare i contatori individuali, si dovrà far riferimento alla giurisprudenza più recente che stabilisce: «In tema di condominio negli edifici, salva diversa convenzione, la ripartizione delle spese della bolletta dell'acqua, in mancanza di contatori di sottrazione installati in ogni singola unità immobiliare, deve essere effettuata, ai sensi dell'articolo 1123, comma 1, del Codice civile, in base ai valori millesimali, sicché è viziata, per intrinseca irragionevolezza, la delibera assembleare, assunta a maggioranza, che, adottato il diverso criterio di riparto per persona in base al numero di coloro che abitano stabilmente nell'unità immobiliare, esenti dalla contribuzione i condòmini i cui appartamenti siano rimasti vuoti nel corso dell'anno». (Cassazione civile, sezione II, 1° agosto 2014, n. 17557).

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