Condominio

Sisma bonus, via alle linee guida

di Giuseppe Latour

Otto classi di rischio, con l’introduzione della “A+”, sul modello della certificazione energetica. Un sistema fortemente semplificato, con una corsia rapida per gli interventi sugli edifici in muratura, per agevolare l’ingresso sul nuovo mercato di tutti i professionisti. La valutazione di due parametri: quello economico dei costi di ricostruzione in caso di danni da terremoto e quello della salvaguardia delle vite umane. E, in arrivo, una campagna di formazione per gli operatori, guidata dal ministero delle Infrastrutture.

Sono queste le ultime correzioni portate alle linee guida per la classificazione sismica degli edifici, che lunedì l’assemblea plenaria del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il massimo organo tecnico consultivo del Governo, ha approvato in via definitiva. Non è stato solo un passaggio tecnico: il testo costituisce la base, insieme a un decreto del Mit e a un documento applicativo, del pacchetto che dovrà dare attuazione al sismabonus, il nuovo sconto fiscale disegnato dalla legge di Bilancio 2017, che consentirà di godere di detrazioni fino all’85%. Il provvedimento dovrebbe arrivare al traguardo entro la fine del mese, rispettando le previsioni del ministro Graziano Delrio.

L’approvazione è arrivata alla fine di un lungo lavoro di limatura. «Rispetto al documento che era stato già elaborato – spiega il presidente del Consiglio superiore, Massimo Sessa – abbiamo introdotto importanti innovazioni che consentiranno di avere uno strumento più funzionale». Il riferimento è alla scelta di introdurre una specifica valutazione del criterio della salvaguardia delle vite umane, che si affianca alla valutazione basata su parametri economici, già presente nel primo documento. L’altra innovazione è la grande semplificazione del sistema: le linee guida definitive sono un documento leggero, composto da dodici pagine, di pronto uso per tutti i professionisti.

Il meccanismo, comunque, resta nelle sue linee generali simile a quello anticipato nelle scorse settimane. Per accedere allo sconto servirà una valutazione della situazione dell’edificio e, poi, una volta effettuati gli interventi di messa in sicurezza, una diagnosi sui miglioramenti ottenuti. L’immobile potrà essere incasellato, prima e dopo, in otto classi di rischio sismico (due in più rispetto alla prima versione): dalla A+ alla G. Per avere il bonus, sarà necessario scalare almeno una classe. Per alcuni interventi minori, il cosiddetto “consolidamento locale”, ci sarà una procedura semplificata. È una scelta che va nella direzione indicata da Delrio: limitare al massimo la burocrazia per gli interventi di rammendo più piccoli. Seguendo la stessa filosofia, anche per gli edifici in muratura ci sarà una procedura semplificata. In pratica, in casi come quello dei piccoli borghi del Centro Italia ci sarà una corsia preferenziale per gli interventi più semplici, come l’innesto di catene in acciaio.

Ora manca solo il provvedimento di attuazione del ministero delle Infrastrutture, in arrivo entro il prossimo 28 febbraio. Dovrà definire alcuni aspetti applicativi, delimitando ad esempio quali spese potranno godere della detrazione. Dovrebbero rientrare nel perimetro del bonus le spese documentate per la diagnosi sismica, l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza e la valutazione della classe sismica post intervento. Anche chi non tocca i muri ma effettua solo la diagnosi avrà uno sconto, pari al 65 per cento. Per promuovere lo strumento, il Mit organizzerà una campagna di formazione degli operatori. Per verificare i primi risultati, a valle della fase di applicazione, il Consiglio superiore istituirà una commissione di monitoraggio.

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