Condominio

La soluzione più logica per la comunicazione alle Entrate è andare al 2018

di Saverio Fossati

Cosa sta succedendo alla comunicazione all’agenzia delle Entrate da parte degli amministratori condominiali, riguardante la detrazione Irpef dei singoli condòmini sulle spese sostenute per lavori di manutenzione e risparmio energetico? È vero che alcuni aspetti si sono chiariti (si veda il Quotidiano Condominio di una settimana fa) ma, a quanto risulta, ogni giorno decine di nuovi interrogativi saltano fuori: come regolarsi con le successioni ereditarie in corso? E con le compravendite, dato che il credito fiscale può restare in capo al venditore ma, per ipotesi, non le rate ancora da pagare? E soprattutto, quale sarà il destino dell’amministratore che sbaglia o o mette qualche dato non riuscendo a districarsi, malgrado la buona volontà, in questo ginepraio? Senza contare che ormai mancano solo 11 giorni e la raccolta dei dati mancanti in molti casi va, necessariamente, a rilento.
È chiaro che è il ministero dell’Economia ad avere la palla e il vice ministro Luigi Casero, interpellato sulla possibilità di una sospensione dell’adempimento per il 2017 o, in alternativa, di una sospensione delle sanzioni per chi sbaglia, non ha dato risposta. Ma la proposta Anaci di sospendere l’adempimento solo sino al 30 giugno 2017 è inutile per l’agenzia delle Entrate, che a quel punto non potrebbe usare i dati raccolti perché il 730 precompilato sarà già stato elaborato da mesi.
Dunque i tre possibili scenari sono:
1) tutto resta così e le Entrate riceveranno entro il 28 febbraio 2017 i dati che si potranno mettere insieme alla bell’e meglio; e chi sbaglia si prende le sanzioni di 100 euro a comunicazione, salvo che gli errori non abbiano effetti negativi sull’Erario e l’eventuale ritardo sia «lieve»;
2) l’adempimento resta ma le sanzioni non vengono irrogate per il 2017;
3) L’adempimento viene sospeso per il 2017 e in questo anno gli amministratori possono dedicarsi a raccogliere gli infiniti dati mancanti.
È evidente che la soluzione 3) è la più razionale, dato che non si capisce che interesse abbiano le Entrate ad avere i dati molto parziali e inesatti che potrebbero affluire entro il 28 febbraio prossimo. Tuttavia il problema resta: forse l’agenzia dovrebbe riflettere sull’impossibilità di ingabbiare la multiforme realtà condominiale nei suoi schemi e rassegnarsi a restare nel perimetro di quanto era stato indicato nel Dm, cioè ottenere i dati dei soli «condòmini», quindi dei soli titolari di diritti reali.

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