Condominio

Per ogni precompilata servono sei ore

di Saverio Fossati

I dubbi principali sono stati chiariti, grazie alle risposte dell’agenzia delle Entrate a «Il Sole 24 Ore» (si veda, da ultimo, il giornale del 10 febbraio) ma resta una miriade di interrogativi sulle situazioni concrete. Il condominio, infatti, risente della concretezza della vita quotidiana e, anche se condòmini e amministratori vorrebbero una selva di leggi per gestirla, è bene che prevalga il buonsenso e la pratica.

Detrazioni indebite

Anzitutto va ricordato che la complessa questione di come annotare i morosi è stata risolta: l’amministratore indica il totale dei bonifici del 2016 e le rispettive quote per i lavori di recupero edilizio e di risparmio energetico. E detrae chi ha pagato. Ma ci sono altri particolari. Per esempio, cosa si intenda per «detrazioni indebite», la cui annotazione potrebbe portare a sanzioni se causa un danno all’erario: in realtà l’amministratore non sa, al momento, con esattezza, chi abbia effettivamente pagato le quote, se il proprietario, il comproprietario, il comodatario, l’inquilino eccetera. Ma in questo caso non sembra che si possa configurare un danno erariale perché l’importo è comunque quello, e quindi, almeno per il 2017, non dovrebbero scattare sanzioni. Semmai, il beneficiario si troverà a correggere l’importo indicato nella sua dichiarazione precompilata, in eccesso o in difetto. Il centro studi nazionale Anaci ha comunque diffuso agli associati uno schema da compilare con l’indicazione di tutte le situazioni di proprietà, possesso e detenzione.
Altro dubbio riguarda il numero delle comunicazioni da fare: dalle istruzioni si ricava che ne va fatta una per ciascun condominio, raggruppando gli interventi della stessa natura (risparmio energetico o recupero edilizio le categorie principali). Quindi per un condominio che abbia fatto ambedue gli interventi con separate aliquote di detraibilità si dovranno fare due comunicazioni.
È comunque possibile effettuare un «invio sostitutivo» della comunicazione con errori o procedere al suo annullamento, sempre entro il 28 febbraio 2017.

Tempi stretti

Certo rimane il problema del poco tempo a disposizione per l’adempimento. E questo per due ragioni.

La prima,perché l’anagrafica condominiale è un vero magma di notizie dati in perpetuo movimento, che va aggiornata rapidamente per poter rispondere alle Entrate. Tra l’altro, è chiaro che la «mancata indicazione dei dati catastali», ammessa nel formulario, si riferisce all’effettiva mancanza nel senso che l’immobile non è accatastato , caso piuttosto strano. Occorre procurarsi tutti i dati catastali alla svelta, cosa che del resto avrebbe dovuto essere già stato fatto più di tre anni fa. Può essere d’aiuto un visurista, a meno che l’amministratore non sia abilitato al Sister delle Entrate (ex Territorio) e si voglia cimentare nel fai da te.

Francesco Burrelli, presidente nazionale di Anaci, ha chiesto, lo scorso sabato a Pisa , ricordando i nuovi adempimenti fiscali a carico degli amministratori, di «procrastinare tale data» perché non c’è ancora la «necessaria chiarezza» della modulistica.

Altro problema, che le Entrate potrebbero risolvere con uno snellimento informatico limitandosi, almeno per quest’anno, al dato relativo all’unità nel suo complesso, è quello della massa delle notizie da inserire: considerando un condominio con 50 unità, una media (sicuramente per difetto) di 1,5 aventi diritto alla detrazione e cinque minuti a persona, si tratta di sei ore di lavoro per un solo edificio, al netto del tempo dedicato a inseguire i dati. Forse è un po’ troppo per gli amministratori, che oltretutto potranno solo chiedere, e non pretendere, un compenso extra.

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