Condominio

Camera e Senato criticano il mancato obbligo di adeguamento dei «vecchi» ascensori

di Saverio Fossati

In Parlamento la virata del Governo sul Dpr ascensori (il cui testo finale non prevede più una revisione generale degli impianti ante 1999) non è piaciuta. E i pareri obbligatori (pur favorevoli nel complesso) delle commissioni Industria di Camera e Senato inseriscono osservazioni al rigiardo. Va detto che le osservazioni non sono cogenti per il Governo ma deve tenerne conto e motivare le ragioni dell’eventuale rifiuto di accoglierle in un nuovo testo. Questi pareri tengono conto di pareri parimenti positivi espressi da due altre commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato.
Per la Camera le osservazioni dicono:
a) provveda il Governo, con idoneo provvedimento, a prevedere modalità di verifica per
l'aggiornamento dei requisiti di sicurezza degli ascensori installati in data precedente a quella di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1999, anche attraverso l'individuazione di selettivi e limitati interventi, necessari ed urgenti a ridurre le cause di infortunio più frequenti per gli utilizzatori;
b) provveda il Governo ad accelerare il ripristino di organi o istituzioni competenti in materia di rilascio dei certificati di abilitazione all'esercizio della professione di manutentore di ascensori e montacarichi.
Più articolata la posizione del Senato, che osserva:
1) l'articolo 2, lettera i), intende risolvere il problema connesso alla mancata salvaguardia - fra gli organi collegiali da escludere dalla generalizzata soppressione di quelli ritenuti non necessari - delle commissioni d'esame costituite dai Prefetti per il rilascio dell'abilitazione al personale incaricato della manutenzione degli ascensori: si prevede infatti la possibilità di ricostituire le commissioni d'esami in questione, con riproduzione ed aggiornamento delle relative disposizioni che ne regolano la composizione ed il funzionamento; al riguardo, pur apprezzando nel merito l'iniziativa del Governo, e preso atto dei dubbi esistenti circa la base legale per tale norma, che non rientrerebbe né nel contenuto obbligatorio della direttiva, né in quello facoltativo, come sottolineato dal Consiglio di Stato nel suo parere sul provvedimento in titolo, si invita il Governo a valutare con attenzione tale osservazione e, in ogni caso, a ripristinare con urgenza, tramite un intervento normativo idoneo, organi o istituzioni competenti in materia di rilascio dei certificati di abilitazione all'esercizio della professione di manutentore di ascensori e montacarichi;
2) preso atto che lo schema di decreto in titolo non interviene con riferimento alla sicurezza degli ascensori in servizio installati antecedentemente al 1999, per la quale vige la raccomandazione 95/216/CE, atto non vincolante, si invita il Governo a prevedere idonee misure volte ad assicurare la messa in sicurezza di tutti gli ascensori oggi operanti in Italia;
3) considerato, infine, che lo strumento del regolamento governativo con cui si dà attuazione alla direttiva 2014/33/UE non consente di introdurre sanzioni penali o amministrative per le violazioni di obblighi contenuti in direttive europee, si segnala l'esigenza di attivare pertinenti strumenti previsti dalla legge n.
234 del 2012 per il recepimento, con norma di legge, dell'articolo 43 della direttiva 2014/33/UE, relativo alle sanzioni.
Roberto Zappa, presidente di Assoascensori, accoglie con favore «le decisioni delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato di sollecitare il Governo sulla sicurezza degli ascensori, ribadendo così quanto già espresso nel 2014. Preoccupazioni evidenziate recentemente anche dallo stesso Consiglio di Stato. Ogni giorno milioni di italiani usano oltre 600 mila ascensori vecchi, che hanno dotazioni di sicurezza non in linea con gli attuali standard europei, che funzionano sulla base di leggi e regolamenti vecchi che non prevedono gli obblighi di sicurezza minimi previsti sugli impianti moderni. È un problema urgente, di cui i media si occupano solo in momenti tragici, ma che provoca decine di feriti ogni giorno, con conseguenti costi sociali, sanitari ed economici molto rilevanti. A questo punto - prosegue Zappa - auspichiamo che si possa avviare un proficuo confronto con il Governo, privo delle mistificazioni create ad arte in questi ultimi mesi sui media, che porti all'adozione in tempi rapidi di misure capaci di favorire, grazie alla prevenzione, la sicurezza dei vecchi impianti, permettendo così all'Italia di colmare un ritardo di oltre 20 anni. C'è bisogno di mettere la sicurezza delle nostre case al centro dell'agenda politica, in linea con quanto il Governo sta già facendo nel piano “Casa Italia” di cui si sta discutendo in questi giorni. Gli ascensori sono il mezzo di trasporto più usato in Italia, e la loro massima sicurezza è una necessità prioritaria».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©