Condominio

In vigore la legge contro gli sprechi di cibo e farmaci: dimenticato il condominio

di Edoardo Valentino


È entrata in vigore il 14 settembre la legge 166/2016 che limita gli sprechi di cibo e medicine: prevista una riduzione delle tasse sui rifiuti per le attività commerciali, perché non anche il condominio?
La legge è stata rubricata come “disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” e contiene diverse disposizioni che, ove approvate nel testo di legge definitivo, potranno comportare una modifica degli oneri degli amministratori condominiali e in generale variazioni nelle vite dei condomini.
La filosofia dietro il disegno di legge, di chiaro respiro europeista, è quella green che vuole una ottimizzazione dei consumi e una riduzione degli sprechi, vista come una diseconomia sia dal punto di vista del mancato uso di risorse ancora valide (si veda la sistematica eliminazione di cibo ancora consumabile da parte dei supermercati) sia dal punto di vista del non corretto smaltimento dei rifiuti, che cagiona un aumento dei costi per tutti i contribuenti.
Le finalità del disegno di legge sono evidenziate nell'articolo 1 che elenca i modi attraverso i quali la legge si propone di ridurre gli sprechi, ossia “favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all'utilizzo umano favorire il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale; […] promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti; contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni”.
Nel disegno di legge, poi, sono previste svariate attività per il recupero e la riutilizzazione dei beni sopra menzionati e in particolare:
-Art. 3: cessione gratuita delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale;
La disposizione consente agli operatori del settore alimentare di cedere gratuitamente le eccedenze alimentari a soggetti donatari. La cessione deve essere gratuita e le eccedenze consumabili devono essere in via prioritaria destinate al consumo umano (quelle non consumabili devono essere destinate al consumo animale o al compostaggio). La responsabilità della salubrità dei beni consegnati è del cedente e gli standard sono quelli di cui al regolamento CE 852/2004.
-Art. 10: misure volte a ridurre gli sprechi nella somministrazione degli alimenti;
Il Ministero della Salute, 90 giorni dopo l'approvazione della legge, emanerà delle linee guida per le scuole, aziende, ospedali e comunità volte a ridurre lo spreco relativo alla somministrazione di alimenti. Saranno istituiti programmi di educazione alimentare volti a ridurre l'insorgere di disturbi dell'alimentazione.
-Art. 12: finanziamento degli interventi per la riduzione dei rifiuti alimentari;
Sono previsti finanziamenti per gli interventi di riduzione dei rifiuti alimentari. E' previsto ad esempio un finanziamento per gli esercizi commerciali che prevedano la messa a disposizione “di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l'asporto degli avanzi di cibo”. Previsti inoltre contributi per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio che verranno stanziati a partire dall'anno 2017.
-Art. 14: Distribuzione di articoli e accessori di abbigliamento usati a fini di solidarietà sociale;
Prevista la possibilità, previo processo di igienizzazione, della cessione a titolo gratuito di indumenti.
-Art. 15: raccolta di medicinali inutilizzati e donazione ed impiego dei medesimi;
Viene modificato il sistema di raccolta dei medicinali e prevista la possibilità di donare medicine non utilizzate a delle ONLUS. Tale donazione può essere fatto a patto che la conservazione delle medicine sia stata ottimale e che non si tratti di sostanze psicotrope o dispensabili solo in strutture ospedaliere.
Da ultimo viene prevista la possibilità di ottenere sgravi fiscali per le attività sopra descritte.
L'articolo 17 infatti afferma che “alle utenze non domestiche relative ad attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che producono o distribuiscono beni alimentari, e che a titolo gratuito cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno ovvero per l'alimentazione animale, il comune può applicare un coefficiente di riduzione della tariffa proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione”.
Occorre quindi sottolineare che, qualora venisse approvato il testo sopra riportato, i negozi e esercizi commerciali siti in condominio potrebbero giovarsi della riduzione della tariffa relativa alla tassa rifiuti.
Pare invece discutibile l'esclusione dei condomìni dal novero dei soggetti che possono giovarsi degli sgravi fiscali.
Il condominio, infatti, è una preminente realtà abitativa in Italia, con un numero sempre in incremento di cittadini che vi risiedono a discapito delle villette singole.
Parrebbe opportuno, quindi, che il testo definitivo della legge prevedesse delle misure di razionalizzazione e riuso alimentare e delle medicine volto a creare una raccolta condominiale, gestita dall'amministratore dietro autorizzazione dell'assemblea.
E' chiaro, infatti, che nell'ottica del risparmio e della preservazione dell'ambiente alle iniziative di riciclaggio dei singoli deve essere coordinata una attività di raccolta e conferimento condominiale.
Sarebbe doveroso che la legge prevedesse sgravi della tassa rifiuti per gli stabili che principiano attività sistematiche di conferimento di cibo, medicinali e indumenti di modo da costituire aree verdi condominiali dedicate al riciclo e al riuso, con beneficio di tutta la collettività.

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