Condominio

Rischio legionella negli impianti idrici: le linee guida della Salute e i rimedi

di Stefano Bonfanti

Nel maggio del 2015 sono state pubblicate dal Ministero della Salute le nuove “Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi” , un documento che estende l'obbligo di redigere un “Protocollo di controllo del rischio Legionellosi” anche ai condomini e alle strutture civili in genere.
L'amministratore di condominio viene reso responsabile della realizzazione del “Protocollo di controllo del rischio Legionellosi”, documento che deve contenere una “valutazione del rischio” con l'obiettivo di identificare tutti i fattori di rischio del condominio e, in particolare, degli impianti idrici (es. impianto centralizzato per la produzione di acqua calda sanitaria), e una “gestione del rischio” nella quale vengono definite le procedure per la manutenzione degli impianti idrici nonché le procedure per i periodici controlli microbiologici dell'acqua erogata.
Scopo di questo protocollo è quello di ridurre a un livello accettabile il rischio di contaminazione degli impianti idrici e quindi il rischio di infezioni da Legionella pneumophila per i condomini.
Il “Protocollo di controllo del rischio Legionellosi” deve intendersi come un documento dinamico, da aggiornare periodicamente su base temporale, e comunque ogniqualvolta si effettuino lavori di manutenzione degli impianti idrici, o qualora i referti delle periodiche analisi microbiologiche evidenzino una ricrescita anomala di Legionella all'interno dei circuiti idrici.
Nell'ottica del legislatore queste nuove Linee Guida si affiancano agli adempimenti già prescritti dal Decreto Legislativo n. 81/08, sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto già oggi la legislazione vigente impone al datore di lavoro di tutelare i propri lavoratori anche dal rischio biologico e quindi anche dalle infezioni generate dal batterio della Legionella pneumophila.
E' importante quindi che gli amministratori di condominio siano informati di questi nuovi adempimenti, e che si affidino a società specializzate, in grado di supportarli in maniera professionale nella redazione del “Protocollo di valutazione del rischio Legionellosi”, e nel consigliare le soluzioni più efficaci per ridurre al minimo il rischio di ricrescita di Legionella negli impianti.
Che cos'e' legionella pneumophila
Legionella è un batterio aerobio che vive nell'acqua e di cui sono state identificate più di 50 specie. La specie più pericolosa, a cui è associato circa il 90% dei casi d'infezione umana, è Legionella pneumophila.
Legionella pneumophila è un germe ubiquitario che vive negli ambienti acquatici quali fiumi, laghi, sorgenti d'acqua superficiale, acque termali ecc.
Il maggior pericolo per la salute umana si ha però allorquando Legionella perviene all'interno degli ambienti cosiddetti “artificiali”, quali ad esempio gli impianti di produzione dell'acqua calda sanitaria, i serbatoi di accumulo dell'acqua, le fontane ornamentali e le piscine, in quanto in questi ambienti il batterio trova condizioni favorevoli per riprodursi fino a raggiungere concentrazioni pericolose per l'uomo.
Il nome del batterio si deve alle circostanze della sua prima identificazione: la Legionella pneumophila venne infatti identificata per la prima volta a seguito di una epidemia verificatasi nel 1976 in un albergo di Philadelphia in cui si era tenuta una riunione che aveva visto la partecipazione di circa 4000 veterani dell'American Legion. In quell'occasione, a distanza di circa due settimane dall'evento, 221 veterani furono ricoverati in ospedale con i sintomi di una grave polmonite acuta e per 34 di essi la malattia ebbe un decorso letale.
Il pericolo per l'uomo
L'infezione per l'uomo si contrae inalando goccioline di acqua (termine tecnico: “aerosol”) provenienti da un impianto idrico contaminato. Tanto più piccole sono le goccioline contenute nell'aerosol (per esempio l'aerosol prodotto all'interno delle docce), tanto più è probabile che penetrino le vie respiratorie raggiungendo in profondità gli alveoli polmonari, scatenando l'infezione.
Legionella pneumophila può dar luogo a due distinti quadri clinici: il primo, la febbre di Pontiac è un modesto stato febbrile simile a un'influenza, che si risolve nel giro di qualche giorno senza ulteriori complicazioni. Ben più pericolosa invece è la “Legionellosi” o “malattia del legionario”, una forma di polmonite acuta che presenta una percentuale di mortalità superiore al 10%.
Legionella negli impianti idrici del condominio
Il batterio Legionella pneumophila predilige temperature dell'acqua calda; l'intervallo ottimale per la crescita è tra i 35 e i 45 °C e per questo motivo lo si ritrova facilmente negli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria.
In linea di principio, nei condomini con la produzione di acqua calda sanitaria “centralizzata” il rischio è maggiore che nei condomini in cui la produzione di acqua calda sanitaria avviene all'interno delle singole unità abitative, ad esempio con caldaie murali. Ciò si deve al fatto che negli impianti di tipo centralizzato l'acqua calda viene accumulata all'interno di serbatoi di grandi dimensioni che favoriscono il ristagno dell'acqua e la ricrescita del batterio.
Negli ultimi anni, con l'avvento delle nuove tecnologie per lo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili, come il solare termico, la tendenza è quella di utilizzare serbatoi di accumulo di grandi dimensioni, per poter sempre disporre di acqua calda all'utenza. E' proprio in queste condizioni che è più facile osservare la ricrescita di Legionella pneumophila.
Gli impianti per la produzione istantanea di acqua calda sanitaria (caldaie murali) sono stati molto utilizzati nel recente passato, con installazioni monoutenza anche in condomini di grandi dimensioni, mentre oggi, per motivazioni legate anche al risparmio energetico, la tendenza è quella di ritornare agli impianti di tipo centralizzato; in questa luce risulta ancor più importante la responsabilità dell'Amministratore di condominio, in quanto il rischio principale risiede nei bollitori dell'acqua calda e nelle tubazioni delle parti comuni.
Esistono anche altri fattori che possono favorire la ricrescita di Legionella negli impianti: la presenza di incrostazioni di calcare e la formazione di corrosioni all'interno delle tubazioni e nei serbatoi di accumulo. Le incrostazioni calcaree, essendo porose, sono facilmente colonizzabile dalla Legionella, che trova in esse una protezione da interventi di natura esterna (innalzamenti della temperatura, uso di disinfettanti chimici ecc). Le corrosioni delle tubazioni, invece, riducono la capacità dei disinfettanti normalmente impiegati per la protezione delle tubazioni.
Un corretto trattamento dell'acqua, in accordo alla Norma UNI-CTI 8065, consente di prevenire i fenomeni di incrostazione e di corrosione, mantenendo in perfetta efficienza gli impianti. Tale trattamento, reso di recente obbligatorio del decreto D.P.R. n. 59/09 e dal nuovo “Decreto Requisiti Minimi”, anche per gli impianti termici di potenzialità inferiore a 350 kW, consente un considerevole risparmio energetico, mantenendo nel contempo l'impianto in perfetta efficienza.
Anche il nuovo documento delle Linee guida sottolinea l'importanza di un corretto trattamento dell'acqua per prevenire la ricrescita di Legionella negli impianti idrici.
Intervenire preventivamente impiegando un idoneo trattamento dell'acqua contribuisce oltre che a far risparmiare energia anche a limitare la formazione di calcare e delle corrosioni che sono i principali agenti che concorrono allo sviluppo e alla crescita della Legionella.
Nel caso in cui, a seguito ad esempio di un'analisi microbiologica, si riscontrino significative concentrazioni di Legionella pneumophila, è possibile “risanare” l'impianto utilizzando uno o più metodi di bonifica indicati nelle Linee Guida ministeriali.
Tali metodi spaziano dall'innalzamento della temperatura all'utilizzo di disinfettanti chimici (oggi denominati biocidi), all'impiego di sistemi fisici come le lampade a raggi ultravioletti: il metodo più appropriato viene in genere selezionato in funzione del tipo di impianto, dei materiali utilizzati, delle semplicità e sicurezza d'impiego, dei costi di investimento e dei costi di gestione (VEDI TABELLA).
L'esperienza di questi anni ha messo in luce che tra i diversi metodi, l'innalzamento della temperatura dell'acqua (shock termico) è di difficile applicazione a causa del sottodimensionamento delle centrali termiche; la sua efficacia dipende inoltre da fattori impiantistici (es. estensione delle tubazioni, presenza di rami morti ovvero di tratti di tubazione ove l'acqua ristagna) e necessita di personale specializzato capace di sovraintendere alle operazioni di scorrimento dell'acqua in temperatura a tutte le utenze.
Per contro, i trattamenti che utilizzano il dosaggio in continuo di biocidi hanno il vantaggio di mantenere all'interno dell'acqua erogata a tutte le utenze una concentrazione di biocida sufficiente a controllare la ricrescita di Legionella.
Tra i biocidi indicati dalle Linee guida ve ne sono alcuni impiegati da anni, quali ipocloriti e biossido di cloro e altri innovativi quali perossido d'idrogeno e argento e monoclorammina.
Alcuni tra cui gli ipocloriti, il biossido di cloro e le monoclorammine possono inoltre portare alla formazione, nell'acqua calda sanitaria, di sottoprodotti della disinfezione in concentrazioni spesso superiori ai limiti di legge.
Mentre i disinfettanti più recenti, quali il perossido d'idrogeno ed argento, consentono di disinfettare le tubazioni senza alterare la qualità dell'acqua distribuita alle utenze (assenza di sottoprodotti della disinfezione).
Le Linee Guida ministeriali prevedono anche l'impiego di sistemi fisici non basati sull'impiego di sostanze disinfettanti; in particolare l'utilizzo di lampade a raggi ultravioletti.
L'azione delle radiazioni ultraviolette è tale da non modificare le caratteristiche dell'acqua trattata. Per contro non si ha alcuna disinfezione residua dopo il trattamento con lampade UV.
Pertanto, l'utilizzo attuale delle lampade UV negli impianti di distribuzione d'acqua calda sanitaria prevede l'installazione il più vicino possibile alle utenze, e l'utilizzo combinato di un dosaggio in continuo di un disinfettante chimico.
Una corretta comprensione delle caratteristiche principali dell'impianto considerato insieme ad una scelta di biocidi adeguati e di una obbligatoria manutenzione periodica sono gli elementi che possono consentire un controllo del fenomeno Legionella nei diversi impianti e quindi anche nei condomini.

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