Condominio

È il regolamento comunale a stabilire le distanze della canna fumaria

di Donato Palombella


Chi intende installare una canna fumaria deve rispettare il regolamento comunale; in mancanza di norme specifiche, sarà il giudice a stabilire se la distanza è giusta. La Corte di Cassazione chiarisce come risolvere le beghe condominiali sull'installazione della canna fumaria.
Il caso
La lite scoppia a causa della realizzazione di una canna fumaria; a quanto pare fumi e residui di combustione finiscono nella proprietà del vicino che, persa la pazienza, ricorre alla giustizia lamentando di essere sottoposto ad immissioni moleste. Viene contestato, in particolare, il mancato rispetto del regolamento comunale che impone che le canne si elevino di un metro sopra il colmo del tetto più alto rispettando una distanza minima di dieci metri. La canna incriminata, invece, era stata realizzata ad appena 8,70 metri. Il Tribunale accoglie la domanda disponendo l'innalzamento del comignolo. La Corte di appello ribalta la decisione, le distanze non sarebbero disciplinate né dal codice civile né dal regolamento edilizio vigente all'epoca dei fatti.
Il parere della Cassazione
La seconda sezione civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10814/2015, chiama in gioco l'articolo 890 codice civile che disciplina le distanze da osservare per la realizzazione di opere potenzialmente pericolose. Il codice prevede che, nel caso si vogliano realizzare forni e camini ovvero attrezzature potenzialmente pericolose, occorre «osservare le distanze stabilite dai regolamenti e, in mancanza, quelle necessarie a preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza».
Quindi, abbiamo due ipotesi: il caso in cui le distanze vengano disciplinate da un regolamento comunale (per cui occorrerà fare riferimento a quest'ultimo) ovvero il caso in cui, in mancanza di norme locali specifiche, occorrerà rispettare le distanze necessarie ad evitare danni ai vicini. Ma, in pratica, quale sarebbe tale distanza? La norma non detta una misura minima ma introduce un principio generale per cui sarà il giudice, di volta in volta, a stabilire (coadiuvato dai propri consulenti tecnici) quale sia la distanza minima da rispettare per evitare le esalazioni nocive. Nel caso in esame, il regolamento comunale disciplinava la materia imponendo una distanza verticale e prescrivendo, in particolare, che «lo sbocco superiore dei fumaioli... dovrà elevarsi almeno di un metro sul tetto della casa più alta vicina».
Legittima l'installazione della canna fumaria in condominio? In passato le canne fumarie erano all'ordine del giorno, attualmente è più raro che gli immobili siano dotato di questi impianti. Sta di fatto che, fin troppo spesso, specie negli immobili a piano terra, sorge la necessità di installare una canna fumaria. Ma quali norme bisogna rispettare? In realtà le variabili in gioco sono diverse, in primo luogo sarebbe necessario consultare il regolamento di condominio (se esistente) per verificare che non ci siano specifici divieti o, a contrario, non sia attribuito il diritto di installare la preziosa canna. Non è raro che il costruttore, per favorire la vendita delle unità a piano terra, e non precludersi la possibilità di venderle per la realizzazione di un ristorante o una pizzeria, abbia inserito nel regolamento una specifica clausola che legittimi la realizzazione della canna fumaria in appoggio alla facciata dell'edificio, per cui tutto potrebbe essere più facile.

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