Gestione Affitti

Spinta sulle rinnovabili del Gse, nuovi impianti senza burocrazia

di Celestina Dominelli e Marco Mobili

Elettricità a prezzi calmierati per gli energivori, una decisa sterzata sugli iter autorizzativi degli impianti rinnovabili (incluso il repowering di quelli esistenti e le installazioni flottanti, oltre che sugli accumuli). E ancora, semplificazioni ulteriori anche per le infrastrutture elettriche e stretta sull’efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica.

Sono queste alcune delle novità contenute nel p acchetto di emendamenti approvati nella nottata dell’8 aprile al decreto bollette dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera . Il testo rivisto e corretto del Dl n. 17 è ora atteso lunedì all’esame dell’Aula di Montecitorio per essere licenziato con un nuovo voto di fiducia, così da poter approdare blindato al voto finale del Senato entro fine aprile.

Tra i correttivi approvati, figura innanzitutto la parziale destinazione (fino al 60%) dell’energia, ritirata dal Gse da produttori di rinnovabili mediante contratti di ritiro e vendita di almeno tre anni, con prezzi agevolati prioritariamente a clienti industriali energivori, con particolare attenzione alle imprese localizzate in Sicilia e Sardegna. Una mossa che punta a offrire una boccata d’ossigeno contro i rincari di luce e gas alle aziende con alti consumi energetici, ma la cui fattibilità tecnica risulta particolarmente complessa. E non è stata accolta con favore dall’Associazione dei grossisti di energia e trader (Aiget) e da Efet, i quali evidenziano criticità sia sulla durata dei prezzi a 3 anni, che non sono un lungo termine e non rappresentano una garanzia di integrazione e remunerazione, sia sul prezzo di acquisto di Gse non definito e infine sull’uso della piattaforma del Gestore disegnata e impostata per altri scopi.

Tra le misure approvate, anche l’estensione, su input dei M5S, della possibilità di realizzare impianti per autoconsumo entro 10 chilometri dall’utenza interessata e procedure semplificate anche per impianti fotovoltaici flottanti  - oltre che, più in generale, per le installazioni medio piccole -, la cui corretta posizione sotto il profilo ambientale sarà individuata con decreto del ministero della Transizione ecologica, di concerto con Mims e Mef, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del Dl. Snelliti, poi, anche gli iter per installare nuovi impianti solari fotovoltaici o termini in aree a destinazione industriale (che coprano fino al 60% della superficie di pertinenza).

Percorsi semplificati sono poi stati previsti anche per i processi produttivi di impianti di biogas e di biometano, oltre che le infrastrutture elettriche, inclusa la ricostruzione di linee esistenti «purché siano realizzate con le migliori tecnologie esistenti ed effettuate sul medesimo tracciato dell’infrastruttura già esistente o nelle sue immediate vicinanze».

Tra gli emendamenti che hanno incassato il via libera c’è poi, come già annunciato, la stretta sugli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici pubblici. Alla quale si accompagna, come ulteriore correttivo, anche una sterzata decisa per incrementare l’efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica che dovrà essere ottenuta, recita la norma, introducendo sensoristica ad hoc, ammodernando o sostituendo gli impianti o i dispositivi esistenti e individuando le aree, urbane ed extraurbane, in cui applicare tecnologie più avanzate. L’obiettivo è avviare un percorso virtuoso per iniziare a tagliare le bollette dei comuni.

Con gli emendamenti approvati ieri, arriva poi anche l’ok alla Strategia nazionale contro la povertà energetica: entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto il Mite dovrà predisporre, sulla base dei dati forniti dall’Osservatorio, un documento di respiro nazionale che contiene obiettivi indicativi periodici ma anche misure strutturali e di lungo periodo.

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