Gestione Affitti

Detrazioni affitti per i giovani rafforzate fino a 2mila euro

i passerà da un bonus fisso (991,60 euro) a una detrazione pari al 20% del canone, con un beneficio massimo di 2mila euro, ma comunque non inferiore a 991,60 euro

di Cristiano Dell’Oste

La detrazione per i giovani inquilini potrà arrivare fino a 2mila euro. E nessuno rischierà di ricevere meno di ciò che prende oggi. L’ultima versione del disegno di legge di Bilancio corregge la prima bozza. In pratica, si passerà da un bonus fisso (991,60 euro) a una detrazione pari al 20% del canone, con un beneficio massimo di 2mila euro, ma comunque non inferiore a 991,60 euro. Nella prima stesura il massimo era 2.400 euro, ma non c’era soglia minima, quindi si penalizzava chi paga affitti inferiori ai 413 euro al mese.

La manovra allunga poi la durata dell’agevolazione, che sarà riconosciuta per i primi quattro anni di contratto anziché per i primi tre. Quasi inalterati gli altri requisiti:

- inquilino con un reddito complessivo non oltre 15.493,71 euro (i vecchi 30 milioni di lire);

- età da 20 a 31 anni non compiuti;

- contratto di locazione stipulato in base alla legge 431/1990 per una casa (o una porzione di essa, possibilità oggi non citata dalla norma) da destinare ad abitazione principale e diversa dalla dimora dei genitori.

«L’attuale formulazione della manovra sicuramente funziona meglio, perché prima si premiavano paradossalmente coloro che potevano spendere di più», osserva Stefano Parisi, presidente del Caf Acli.

Per capire qual è l’impatto della novità bisogna fare un passo indietro. Quella per i giovani, infatti, è una delle quattro detrazioni per gli inquilini oggi previste dall’articolo 16 del Tuir (a queste si affianca la detrazione del 19% per gli studenti fuori sede). Secondo le Finanze, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2020 questi quattro bonus sono stati usati da 1,31 milioni di contribuenti – il 3,2% del totale – con un importo medio di 180 euro e una spesa per l’Erario di 236 milioni (le statistiche ufficiali, in realtà, includono anche il bonus affitto terreni).

La relazione tecnica al Ddl di Bilancio stima che la detrazione del 20% si applicherà su canoni per un valore di 200 milioni di euro, con un maggior costo per le casse pubbliche di 40 milioni all’anno.

Le elaborazioni del Caf Acli per Il Sole 24 Ore del Lune dì – su un campione di 1,29 milioni di dichiarazioni inviate nel 2021 – mostrano che il grosso dei beneficiari ricorre a due tipi di detrazione: quella “generica” per gli inquilini a basso reddito e quella per le abitazioni locate a canone concordato. Quella per i giovani, invece, è sfruttata solo da 177 contribuenti ogni 100mila, cioè lo 0,17 per cento. Solamente il bonus per i lavoratori che trasferiscono la residenza è più raro. D’altra parte, l’agevolazione per i giovani non spetta a chi guadagna più di 15.493,71 euro, diversamente dalle altre tre, che sono ammesse fino a 30.987,41 euro e proprio in questa fascia hanno più utilizzatori.

I dati del Caf Acli rilevano inoltre che il 50% dei giovani usa la detrazione pro quota, perché è cointestatario del contratto d’affitto. Con gli altri bonus questa percentuale non supera il 30 per cento. L’età media dei beneficiari è 26 anni e solo il 5% degli inquilini ha 20-21 anni.

È evidente che il Governo con la manovra ha fatto un intervento mirato. Ma è logico aspettarsi che prima o poi sarà necessario un riordino dei vari bonus, come richiede anche il Ddl delega per la riforma fiscale.

«Ci sono ancora troppe tipologie di contratti con diverse agevolazioni – osserva Parisi –. Semplificare al massimo il quadro probabilmente comporterebbe un aumento del ricorso ai benefici». Un altro elemento interessante è il ricorso complessivo alle quattro detrazioni per gli inquilini: se a livello generale ci si ferma al 3,2%, nel campione del Caf Acli si sfiora l’8%: visto che questi bonus possono essere recuperati anche dagli incapienti, è probabile che sulla differenza influisca soprattutto la disinformazione di chi non si rivolge a intermediari abilitati o sceglie di non presentare il modello 730, facendosi bastare la certificazione unica.

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