Gestione Affitti

Per gli inquilini quattro aiuti con requisiti rompicapo

La scorsa settimana è stato firmato il decreto ministeriale che regola il credito d’imposta del 50% per il recupero degli edifici vincolati

di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste

La scorsa settimana è stato firmato il decreto ministeriale che regola il credito d’imposta del 50% per il recupero degli edifici vincolati (con una dotazione simbolica di 2 milioni di euro totali per il 2021 e il 2022). È l’ulteriore prova di come incentivi di per sé positivi siano privi di un disegno generale. I beni vincolati, infatti, hanno anche altre agevolazioni specifiche, a partire dalla detrazione del 19% che premia le spese non coperte dai bonus sulle ristrutturazioni ordinarie. E che secondo i dati del Caf Acli è stata usata da 7 contribuenti su 100mila, con un importo medio detraibile di 3.712 euro.

Riordino
Anche al di là degli edifici vincolati, l’operazione di riordino delle tax expenditures lanciata con la delega fiscale ha ampi margini di intervento nel campo degli immobili. Ad esempio, esistono quattro tipi di detrazione in somma fissa a favore degli inquilini, con regole e requisiti diversi. La più usata (5.910 beneficiari ogni 100mila modelli 730) è quella “generica” per i conduttori di alloggi adibiti ad abitazione principale. Segue quella – più ricca – a favore di chi ha preso in affitto case a canone concordato (2.127 beneficiari su 100mila). Il problema è che, così facendo, si lega il bonus a un fattore su cui l’inquilino ha un controllo limitato. Inoltre, la detrazione è fissa e va per fasce di reddito: fino a 15.493,71 euro (i vecchi 15 milioni di lire) ha un certo importo; oltre tale soglia e fino a 30.987,41 euro (60 milioni di lire) ne ha un altro; oltre tale limite si azzera. Molto più rara è invece la detrazione per i giovani inquilini, che vale 991,60 euro ma spetta solo a 191 ragazzi tra i 20 e i 30 anni ogni 100mila contribuenti. Quasi introvabile, per i requisiti d’accesso estremamente restrittivi, quella riservata ai lavoratori fuori sede: 32 ogni 100mila. Davvero è impossibile introdurre un’unica detrazione con requisiti più semplici e magari legati in modo graduale al reddito, senza “scaloni”?

Acquisto con riaffitto
Requisiti rompicapo si ritrovano anche per la deduzione del 20% riservata all’acquisto (o alla costruzione) di case da dare in affitto a canone calmierato. È prevista dal decreto Sblocca Italia del 2014, e oggi ne riportano le rate in dichiarazione solo 2 contribuenti su 100mila. In questo caso però non serve ipotizzare un riordino: l’accesso al bonus si è chiuso a fine 2017. Una sorte comune alla detrazione sui canoni di leasing per l’acquisto dell’abitazione principale, valida solo per i contratti stipulati entro il 2020 e ora presente in 0,2 dichiarazioni su 100mila.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©