Il blocco dei pignoramenti va alla Consulta

Vita sempre più dura per il blocco sfratti, stretto d’assedio su due fronti: al ricorso alla Corte costituzionale sui rilasci degli immobili in locazione si è aggiunto quello sugli occupanti abusivi di quelli pignorati .

Nel decreto legge 18/2020 sono infatti contenute alcune norme che mirano a bloccare i «rilasci» per causa di sfratto (finita locazione o morosità) e le esecuzioni immobiliari. L’articolo 103, comma 6 (di recente aggiornato), blocca di fatto sino 30 giugno 2021 (per effetto del Dl 183/2020) l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio, mentre per l’articolo 54 ter è sospesa, fino al 30 giugno 2021, ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare dell’abitazione principale del debitore.

Proprio di queste due norme il Tribunale di Piacenza, con l’ordinanza di recente inviata alla Consulta (n. r.g. 91/2009) , ha sollevato d’ufficio l’esame per violazione degli articoli 3, 41 e 77 della Costituzione. La vicenda parte da un pignoramento immobiliare (iniziato nel 2009!), per il quale l’occupante della casa aveva chiesto l’ennesimo rinvio al 30 giugno 2021. Per il Tribunale non appare corretto il ricorso alla decretazione d’urgenza «perché vengono sospese attività che di per sé non sembra possano implicare un rischio sanitario» con norme che si risolvono «in una irragionevole disparità di trattamento rispetto a situazioni analoghe». Inoltre «il mancato recupero del credito determina infatti, nei rapporti tra imprenditori commerciali, il fenomeno dell'insolvenza a catena» e «Nei rapporti tra privati, poi, l'effetto sarà di esporre il creditore e il suo nucleo familiare al rischio del sovraindebitamento».

Un’analoga ordinanza del Tribunale di Trieste (si veda il Sole 24 ore del 7 maggio scorso) ha rimesso alla Consulta ancora l’articolo 113, comma 6, e l’articolo 13, comma 13, del Dl 183/2020, riguardanti però solo gli sfratti.