Gestione Affitti

Affitti, il 64% delle morosità supera i 12 mesi

Il quadro dei 10mila piccoli proprietari di casa con inquilini morosi (sia abitativi che commerciali) che hanno risposto al sondaggio online dell’Uppi (Unione dei piccoli proprietari italiani) è preoccupante

di Saverio Fossati

Sono tanti, molto arrabbiati e con la prospettiva di non vedere un euro di affitto per anni. Il quadro dei 10mila piccoli proprietari di casa con inquilini morosi (sia abitativi che commerciali) che hanno risposto al sondaggio online dell’Uppi - Unione dei piccoli proprietari italiani (per i risultati completi cliccare qui) è preoccupante e dai molti commenti che sono stati lasciati emerge un disagio forte. Per molti di loro l’affitto è un reddito indispensabile, per gli inquilini, a volte, un peso insopportabile.

Il primo dato è quello del quantitativo di morosità: «Pur facendo la tara, perché evidentemente ha risposto soprattutto chi era in condizioni di maggiore criticità, la percentuale di chi ha più di 12 mesi di arretrato è del 64 per cento», spiega il coordinatore del sondaggio e segretario nazionale Uppi Andrea Casarini, che ha organizzato l’operazione con il segretario generale Fabio Pucci e il presidente Gabriele Bruyère.

Solo il 9% lamenta morosità sino a 3 mensilità, il 12% da 4 a 7 mesi, il 16% da 8 a 12 e il resto, cioè appunto il 64 per cento, supera l’anno di attesa.

Per questo il 79% di chi ha risposto ha chiesto la convalida dello sfratto, una percentuale che di fatto corrisponde ai proprietari che hanno accumulato ritardi dagli 8 mesi in su. E di questi il 74% (quindi circa il 58% del totale) ha già ottenuto la convalida, che nel 42% dei casi si riferiscono a morosità precedenti alla pandemia (28 febbraio 2020). Questi ultimi sono quindi, in teoria, in esecuzione, mentre il 58% dei proprietari, che ha ottenuto la convalida per sfratti con morosità successiva al 28 febbraio 2020, dovrà attendere: il blocco delle esecuzioni si allunga al 30 settembre per i provvedimenti di rilascio adottati fra il 28 febbraio e il 30 settembre 2020, e prosegue fino a al 31 dicembre per quelli adottati dal 1° ottobre scorso al 30 giugno 2021. «L’eventuale proroga del blocco degli sfratti porterebbe ad una situazione di grande tensione sociale, pertanto è importante iniziare le esecuzioni per lo meno per le morosità precedenti al 28 febbraio 2020» dicono all’Uppi.

L’ultima domanda del questionario , che riguarda le tipologie di locazione, segnala un dato particolarmente negativo: mentre solo il 12% delle morosità nasce in relazione a contratti commerciali (6+6 anni di durata), il 45% si riferisce a contratti abitativi a “mercato libero” ma una percentuale quasi uguale, il 43 per cento, a contratti concordati, che sono meno onerosi proprio in virtù di agevolazioni fiscali per il proprietario. Un segnale di difficoltà da parte degli inquilini che la dice lunga sulla situazione reale che i proprietari sono chiamati (da soli) a fronteggiare. Anche perché gli inquilini, una volta sfrattati, si troveranno in molti casi letteralmente in mezzo alla strada.

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