Gestione Affitti

Bonus al proprietario che abbassa l’affitto

Per arginare la morosità è riconosciuto al locatore di un immobile abitativo, che decida di ridurre l’importo del canone, un contributo a fondo perduto fino al 50% della riduzione del canone stesso

di Marco Panzarella e Matteo Rezzonico

A seguito dei provvedimenti restrittivi adottati dal Governo per limitare i contagi da Covid-19, sono sensibilmente aumentati i casi di insolvenza. Il fenomeno interessa sia i proprietari degli immobili condominiali, con un numero sempre maggiore di utenti che non riesce a pagare le spese per i servizi condivisi, sia chi usufruisce di una casa in affitto, con gli inquilini che nei casi più gravi non hanno la liquidità necessaria per pagare il canone mensile.

Contributo a fondo perduto

Per arginare la situazione, l’ultima legge di Bilancio (178/2020), all’articolo 1, nei commi compresi tra il 381 e il 384, per l’intero anno 2021, riconosce al locatore di un immobile adibito a uso abitativo, che decida di ridurre l’importo del canone, un contributo a fondo perduto fino al 50 per cento della riduzione del canone stesso, entro il limite massimo annuo di 1.200 euro. Le condizioni per usufruire dell’agevolazione sono due: l’immobile deve essere ubicato in un Comune ad alta tensione abitativa (i centri che vi rientrano sono elencati nella delibera 87 del Cipe del 13 novembre 2003) e deve essere utilizzato dal conduttore come abitazione principale. La legge specifica, inoltre, che per il riconoscimento del contributo il locatore deve comunicare alle Entrate, solo in via telematica, la rinegoziazione del canone «e ogni altra informazione utile ai fini dell’erogazione del contributo». Rinegoziazione che può essere comunicata anche via web utilizzando il modello Rli (disponibile sul sito delle Entrate), così da evitare le code allo sportello.

Blocco degli sfratti prorogato

Un secondo provvedimento, introdotto dopo la prima ondata di contagi dal decreto “Cura Italia” (Dl 18/2020) e reiterato sino ai giorni nostri, è il blocco degli sfratti, che il Dl 183/2020, Milleproroghe vuole estendere sino al 30 giugno 2021, sospendendo fino a questa data l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo, dovuti al mancato pagamento del canone alle scadenze e quelli conseguenti all’adozione di decreto di trasferimento reso in sede di espropriazione immobiliare e abitati dal debitore e dai suoi familiari. Un’iniziativa che, a differenza dello sconto sul canone di locazione, protegge esclusivamente il conduttore e che per questo motivo ha scatenato le proteste dei proprietari e delle associazioni a tutela. Fra le altre cose, è contestata la modalità del provvedimento che opera in maniera automatica: il conduttore inadempiente, infatti, non è tenuto a presentare alcuna documentazione comprovante l’impossibilità di pagare. Non solo. Non si distingue tra morosità sorta prima della pandemia e morosità successiva, senza contare i limiti costituzionali di un “blocco” delle esecuzioni per rilascio dovute a morosità.

Fondi comunali

In un quadro complesso, alcune amministrazioni comunali hanno intanto deciso di stanziare dei fondi “salva sfratti”, che garantiscano la permanenza dell’inquilino e, allo stesso tempo, assicurino un contributo al proprietario. Torino, ad esempio, offre la possibilità al nucleo familiare con uno sfratto per morosità in corso (e Isee non superiore a 26 mila euro) di rinegoziare il contratto e ridurre il canone. Contestualmente, il proprietario ha diritto a ricevere un contributo a fondo perduto sulla morosità pregressa, fino a un importo massimo di 12mila €. C’è poi il “superaffitto” introdotto da Milano, che prevede, a determinate condizioni per le coppie di inquilini under 35, un contributo a fondo perduto fino a 2mila €, per la stipula di contratti a canone concordato.

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