Gestione Affitti

Il canone concordato è una valida alternativa alla crisi dello short rent

di A. Lo.

Il contratto a studenti, oggi, rappresenta un rischio o un’opportunità per i proprietari? Sono in tanti a chiederselo, specialmente tra chi, negli ultimi anni, aveva investito in un immobile da mettere a reddito con lo short rent. Il 2019 e l’inizio del 2020 già denotavano un eccesso di offerta in molte piazze, come Milano, Roma o Venezia. Negli ultimi mesi, poi, senza turisti stranieri e con meno trasferte di lavoro, la formula Airbnb ha subito un brutto colpo. L’affitto annuale a studenti potrebbe essere una buona soluzione di ripiego: è vero che bisogna concedere il canone concordato, più basso rispetto a quelli liberi di mercato, ma almeno si è certi di riempire l’immobile, senza la rigidità del contratto lungo “4+4.” «Io sarei cauto ad abbandonare lo short rent –ragiona Dario Castiglia, ad di Re/Max Italia –. Già ad agosto, con tanti italiani che hanno speso le vacanze nei confini nazionali, qualcosa si è ripreso. E in ogni caso, quando ci sarà un vaccino e passerà la pandemia, l’affitto breve resta un modello vincente. Al contrario, con lo studio a distanza e lo smart working che prendono piede, sia la mobilità studentesca sia quella dei lavoratori sono destinate strutturalmente a ridursi e dagli affitti transitori rivolti a questi segmenti non c'è da aspettarsi una crescita significativa nel medio termine». «Bisogna restare lucidi nel soppesare le caratteristiche dell'immobile» secondo Nicola Di Campli, fondatore della società di gestione delle locazioni Guesthero. «Per appartamenti ampi e decentrati, l’affitto transitorio resta una buona soluzione, rivolto a lavoratori, studenti se vicino agli atenei o, perché no, per le degenze sanitarie se nei pressi di ospedali importanti. Gli immobili piccoli e di particolare pregio dei centri storici, restano ideali per l'affitto breve. Inoltre, continuo a ritenere valida la destinazione per studenti, perché anche se in molti casi i ragazzi seguiranno in aula solo metà delle lezioni, alla fine dovranno spostarsi». L’avvento dello smart working, però, sta facendo sorgere un segmento tutto particolare: l'affitto a lavoratori nella stessa città di residenza che non riescono a lavorare a casa e che magari dividono la spesa con altri lavoratori nella stessa condizione.

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