Gestione Affitti

Antitrust: tassa Airbnb rischia di alterare il mercato

di Saverio Fossati

L’Antitrust non risparmia critiche alla “tassa Airbnb”: nel bollettino 45 di ieri l’Autorità ha messo sotto la lente il Dl 50/2017, che all’articolo 4 disciplina gli affitti brevi (di fatto quelli turistici) con lo scopo di ricondurre a tassazione i canoni che passano dalle agenzie immobiliari e dai portali online, una scelta che ha portato a molte polemiche (soprattutto da parte di Airbnb). Di fatto il meccanismo si è avviato lo scorso ottobre, anche grazie al tavolo di concertazione agenzie-portali-Entrate. Ma nel frattempo la stessa Airbnb si era rivolta al Tar Lazio (che per ora ha negato l’illegittimità del provvedimento delle Entrate che regolava l’imposta).

In sostanza, l’Antitrust ha detto che la norma potrebbe scoraggiare «l’offerta di forme di pagamento digitale da parte delle piattaforme che, come noto, hanno incentivato le transazioni online, contribuendo a una generale crescita del sistema economico. In quest’ottica , l’intervento fiscale in esame appare suscettibile di alterare le dinamiche concorrenziali tra i gestori dei portali telematici, a discapito di coloro che adottano modelli di business fortemente caratterizzati dal ricorso a strumenti telematici di pagamento». Non solo: «Il potenziale minor ricorso delle piattaforme telematiche a forme digitali di pagamento andrebbe a coprire principalmente i consumatori finali». E suggerisce che, per mantenere l’interesse fiscale sotteso alla norma senza che si verifichino «svantaggi competitivi» tra i diversi operatori, la disciplina «potrebbe limitarsi a prevedere misure meno onerose per i soggetti coinvolti», come l’obbligo di informare l’Agenzia dei dati contrattuali.

Per Airbnb «il Garante ha ampiamente confermato ciò che da mesi denunciamo: la legge attuale è “sproporzionata”, lede la concorrenza, discrimina fra soggetti e persino fra le stesse piattaforme, disincentiva le transazioni online a favore del solito contante e, in ultima istanza, danneggia gli utenti. Speriamo che il legislatore non resti indifferente ad un parere così autorevole».

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