Gestione Affitti

Torna la tassa Airbnb, si pagherà il 21% con ritenuta operata dall’intermediario

di Saverio Fossati

Clamorosamente bocciata da Matteo Renzi nella scorsa legge di Bilancio, torna la tassa sugli affitti brevi. Ma in realtà non è un ritorno, perché la cedolare secca del 21% sugli affitti turistici è sempre stata riconosciuta dall’agenzia delle Entrate come un obbligo; anzi, è un notevole vantaggio per i proprietari, che alttimenti sarebbero costretti a pagare l’Irpef, quasi sempre più onerosa.

La novità

La novità della norma inserita ieri nel testo della manovrina è quella del meccanismo anti-evasione. Il problema degli affitti cosiddetti “turistici”, cioè quelli di durata inferiore a 30 giorni (che sfuggono alla norma generale della legge 431/98 e sono regolati semplicemente dal Codice civile), è che, non esistendo l’obbligo di registrazione, la tentazione di passare sotto silenzio i canoni percepiti è forte. Fortissima.

I controlli che periodicamente vengono fatti dalla Guardia di Finanza nelle località più gettonate turisticamente danno risultati sconfortanti: molti proprietari affittano in nero. Non solo. L’arrivo di Airbnb e di altre piattaforme simili ha sconvolto ulteriormente il mercato, perché nelle città molti proprietari si sono affidati al nuovo sistema, incassando lauti proventi che avrbbero dovuto essere denunciati al fisco semplicemente pagando la cedolare del 21% (o l’Irpef, a scelta) previa una semplice comunicazione. Ma proprio l’incontrollabilità di Airbnb ha creato una nuova, ampia sacca di evasione. Che tra l’laltro ha suscitato le forti proteste degli albergatori, pesantemente penalizzati.

Le agenzie immobiliari

La norma, se verrà approvata, dovrebbe fermare l’emorragia fiscale. Infatti, oltre a dare una sanzione legale alla cedolare del 21% su questo tipo di locazioni e sublocazioni (sinora applicabile solo per una benevola interpretazione dell’agenzia delle Entrate), la nuova regola impone ai «soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare» (agenzie immobiliari e portali) di comunicare i contratti conclusi per loro tramite . Pena la sanzione da 250 a 2000 euro (la metà se si adempie entro 15 giorni dalla scadenza, anora, però, non definita).

La ritenuta

La norma più efficace, però, è quella che prevede, sempre a carico degli intermediari , anche se gestiscono la locazione attraverso portali online (come Airbnb), di operare sui canoni, «all’atto dell’accredito» (del pagamento da parte dell’inquilino, si suppone), una ritenuta del 21% quali sostituti d’imposta. A loro carico è poi il versamento di questa ritenuta all’Erario e all’emissione della Cu per il proprietario. A definire i dettagli del nuovo adempimento sarà un provvedimento delle Entrate.

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