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Sfratti, allarme Sunia: continua e si aggrava l'emergenza l'abitativa

Sollecitato un piano casa nazionale per l'affitto

di Redazione

Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia, il sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari ha espresso forte preoccupazione in una nota: «il ministero degli Interni - scrive - ha recentemente pubblicato i dati sugli sfratti del 2020. In Italia sono stati convalidati 32.536 sfratti, di cui 28.024 per morosità e sono state richieste 22.841 esecuzioni, di cui 5270 eseguite, nonostante la sospensione prevista per legge.
Nel paese c'è un’emergenza abitativa che ha poca attenzione da parte del
Governo e del Parlamento e i cui numeri dimostrano che non è più possibile rinviare
un piano casa nazionale finanziato costantemente».

Con la ripresa delle esecuzioni da luglio scorso, aggiunge Chiappelli, «sommando le richieste pendenti per i periodi precedenti alla pandemia, sono oltre 100mila le famiglie a rischio di estromissione dall'alloggio.Non va dimenticato che gli anni precedenti alla pandemia avevano visto una netta e progressiva diminuzione delle risorse previste per le misure di sostegno agli affitti e alla morosità incolpevole.L’unico provvedimento significativo teso a mitigare il problema abitativo è stato il rinnovo della convenzione ex Dm 16 gennaio 2017 e l’attività del Sunia e delle altre organizzazioni sindacali degli inquilini che hanno forzato il rinnovo di tutti gli accordi territoriali, causando una progressiva inversione di tendenza del fenomeno degli sfratti, che, da quella data, diminuisce di circa un 20% annuo nel numero delle esecuzioni e di quasi un 10% annuo nelle richieste di esecuzione.Ancora troppo poco per invertire strutturalmente una tendenza che in un paese civile dovrebbe garantire il passaggio “da casa a casa”».

In questa situazione, conclude la nota, «che ancora non si è lasciata alle spalle la pandemia e i suoi drammatici riflessi sulla situazione economica e sociale e che ha acuito il livello delle disuguaglianze, è urgente porre al centro la “questione sfratti”. Si impone la necessità di adottare misure e strumenti per il governo delle esecuzioni, coinvolgendo a livello territoriale le istituzioni (Regioni, Comuni,Prefetture, i Tribunali, le Agenzie per la locazione, gli Iacp comunque denominati) e i soggetti sindacali rappresentativi degli inquilini e della proprietà che consentano un aggancio con le misure di assegnazione dei contributi (per i quali si registrano ritardi e inadempienze in tante aree del paese), e meccanismi virtuosi di rinegoziazione dei canoni e di ripiano delle situazioni debitorie pregresse, come previsto anche dai decreti attuativi della norma sulla morosità incolpevole».