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Sollecitazione di Asppi al Governo: si rivedano le scelte sul blocco degli sfratti e si cancelli l’Imu

La scadenza del 16 giugno per il versamento dell’acconto è definita un assurdo

di Redazione

È in discussione alla Commissione bilancio della Camera la conversione in
legge del decreto Sostegni bis. Alfredo Zagatti, presidente nazionale Asppi, Associazione piccoli proprietari immobiliari, chiede in una nota«che il Parlamento torni sulla questione del blocco degli sfratti per morosità che ormai perdura da più di 15 mesi, bloccando le procedure esecutive disposte dai giudici, costringendo i piccoli locatori in una situazione assurda: privi della disponibilità dell'immobile, privi del reddito che dovrebbe derivarne, oberati da spese e tasse non compensate da nessuna forma, anche parziale, di risarcimento».

«Il blocco - prosegue la nota - dovrebbe cessare il primo luglio per gli sfratti precedenti la pandemia (ma quanti ne saranno eseguiti nei mesi estivi?), mentre per gli altri i tempi sono stati ulteriormente prorogati dal precedente decreto convertito in legge (in parte a settembre, in parte addirittura fino a dicembre).Già due tribunali italiani si sono rivolti alla Corte Costituzionale motivandol'incostituzionalità di queste misure che intervengono in modo generalizzato, senza alcun riferimento alle situazioni concrete e al doveroso bilanciamento degli interessi delle parti in causa, imponendo inoltre ai locatori un ruolo di supplenza in quello che dovrebbe essere un compito dello Stato: in questo caso, aiutare gli inquilini effettivamente in difficoltà a corrispondere gli affitti come conseguenza della pandemia».

Asppi chiede al Parlamento perciò « di rivedere queste scelte che stanno creando una crescente ondata di sfiducia nel mercato dell'affitto.Intanto, faccia subito una cosa che rappresenta il minimo di ciò che è lecito attendersi da un Governo e da un Parlamento seri: cancelli l'Imu (la cui prima rata scade il 16 giugno) per gli immobili interessati al blocco degli sfratti per morosità: è veramente assurdo che vengano chiamati a pagare una imposta sulla proprietà coloro che questa proprietà se la sono vista sospesa da più di un anno.I relatori del provvedimento in questione - conclude Zagatti - si sono detti favorevoli a questa misura:attendiamo nelle prossime ore la conferma dei fatti».