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Blocco degli sfratti: Confabitare si prepara al primo luglio quando riprenderanno le esecuzioni

Il momento di difficoltà - è precisato in una nota - non può dirsi del tutto risolto

di Redazione

Confabitare - Associazione proprietari immobiliari - in una nota precisa che « si è attivata fin da subito per ascoltare le preoccupazioni dei propri associati che si son visti ledere i propri diritti di locatori-proprietari dal blocco degli sfratti deciso dal precedente governo, nel decreto “mille proroghe” che sospende fino al prossimo 30 giugno 2021 l'esecuzione degli sfratti per morosità. Tale blocco era motivato dal presupposto (più ideologico che concreto) di voler fronteggiare le conseguenze economiche causate dall'emergenza sanitaria da Covid-19 sul comparto locazioni». In realtà i primi a giovare di questo salvacondotto sulle morosità, sono stati quelli che hanno iniziato a non pagare - ha detto Alberto Zanni presidente nazionale di Confabitare precisando che «è fondamentale fare una distinzione fra morosità antecedenti il Covid e morosità successive, così come una distinzione fra quelle incolpevoli e quelle volontarie».

Confabitare - prosegue la nota - in questi ultimi mesi si è confrontata, a livello nazionale, con le principali forze politiche per far comprendere loro che, reiterare in modo generalizzato il blocco degli sfratti, avrebbe voluto dire “scaricare tutto il peso del welfare abitativo” sulle spalle dei privati, senza alcuna seria previsione di forme di indennizzo e risarcimento. Da questo dialogo col governo si è arrivati all'approvazione e la pubblicazione della legge 21 maggio 2021 numero 69 e l'introduzione del metodo della gradualità nell'esecuzione degli sfratti, in linea con le proposte che Confabitare ha fatto negli ultimi 10 mesi.

Non è la soluzione a tutti problemi. « Come associazione - conclude Zanni - ci stiamo preparando a facilitare, a partire dal 1° luglio, la ripresa delle esecuzioni degli sfratti e siamo coscienti dell’importanza che rivestono i servizi sociali dei comuni per capire come gestire le situazioni di crisi dovute alla pandemia, in modo da tutelare entrambe le parti contrattuali e non una di esse».