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Confedilizia torna a chiedere che il Parlamento confermi la scelta di correggere il blocco sfratti

Diffuse alcune delle lettere di proprietari immobiliari messi in ginocchio dalla misura

di A.D’A.

Continuano ad arrivare ogni giorno a Confedilizia, ma anche a deputati e senatori, le richieste di aiuto dai proprietari che subiscono da un anno quella che la Confederazione italiana proprietà edilizia definisce «la requisizione di fatto del loro immobile attraverso il blocco degli sfratti. Una misura che – attraverso ripetute proroghe – ha annullato i provvedimenti con i quali i giudici avevano ordinato di restituire ai proprietari i loro beni, spesso dopo anni di mancati pagamenti, contenziosi e occupazioni abusive».

Le tante storie drammatiche dei danneggiati
Confedilizia ha diffuso una piccola selezione di casi di famiglie messe in ginocchio da un intervento che le ha private del frutto del loro risparmio ed eliminato una fondamentale fonte di reddito (la potete leggere cliccando qui). La Confederazione ricorda che non è previsto alcun risarcimento da parte dello Stato; anzi, permane l'obbligo di versare l'Imu.

Le proposte dei proprietari
La strada da seguire – secondo Confedilizia – è un'altra. Per gli affitti in corso, servono interventi di sostegno per pagare i canoni. Per quelli oggetto di sentenze, occorre individuare le situazioni di difficoltà, sulle quali agire con misure di aiuto a carico dello Stato. Confedilizia ricorda che in Commissione Finanze, alla Camera, la precedente maggioranza si era già espressa chiaramente per limitare il blocco, che il decreto-legge Milleproroghe ha esteso fino al 30 giugno, così portandolo a quasi un anno e mezzo. Chiesto pertanto di limitare la portata di una misura che «ha messo in estrema difficoltà tante famiglie di piccoli risparmiatori, spesso a vantaggio di soggetti che approfittano della situazione senza alcuno scrupolo»