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Aspesi sollecita incentivi per la rigenerazione urbana della Lombardia

Indipendentemente - scrive il presidente dell’associazione - da cosa deciderà la Corte costituzionale sulla legge regionale 18/20

di Redazione

Presa di posizione di Aspesi, l’Associazione nazionale tra le società di promozione e sviluppo immobiliare, a seguito della pronuncia del Tar che ha sollevato il tema della eventuale incostituzionalità del nuovo articolo 40bis della legge regionale 12/2005, come modificato dalla legge regionale 18/2019 (che dispone premialità di vario tipo per il recupero di immobili abbandonati difformemente dal Piano di governo del territorio del Comune di Milano).

Le considerazioni
Il Presidente nazionale di Aspesi Federico Filippo Oriana premettendo «che tutti i provvedimenti giudiziari, ordinatori o definitivi, vanno rispettati », ha precisato alcuni aspetti importanti: « la smentita innanzitutto della tesi avanzata dal Comune di Milano secondo la quale il regime del Pgt di Milano (articolo 11 delle NdA) sarebbe perfettamente compatibile con la nuova normativa regionale. Con questa tesi il Comune di Milano tentava di normare autonomamente la materia del recupero degli edifici dismessi in modo diverso dalla legislazione regionale. Bene ha fatto, quindi, il Tar - scrive Oriana - a ribadire la gerarchia delle fonti che vede prevalere la norma regionale su quella locale».

Nessun commento invece sulla questione tecnico-giuridica in attesa della pronuncia della Corte costituzionale ma, «in qualunque modo la Corte si atteggerà sulla questione postale dal Tar Lombardia va però sottolineata la positività economico-produttiva della norma impugnata e delle sue finalità, quanto a queste ultime riconosciuta dalla stessa ordinanza». Oriana spiega anche i termini della pronuncia: «il recupero di un sito dismesso è più costoso di un intervento su terreno verde a causa di bonifiche e demolizioni da effettuare quasi sempre. Perché, quindi, un operatore come i nostri possa decidere di realizzarlo occorrono degli incentivi senza i quali i conti non tornerebbero, come ormai riconosce anche la miglior cultura urbanistica ed architettonica».

La necessità di incentivi
Aspesi - ricorda Oriana - non rappresenta le proprietà -in genere famiglie private che sono nostre controparti-, ma gli investitori-operatori che devono decidere se realizzare o meno un recupero. E l'esperienza fatta con il servizio dedicato Miriad «ha detto che la prospettiva degli incentivi regionali non ha aumentato (a nostro danno) i prezzi delle aree in vendita, ma solo reso possibili alcuni interventi che senza le misure premiali della legge regionale 18 sarebbero rimasti lì dove da tempo erano, senza nessuno interessato a fare l'operazione immobiliare».

Per questo, conclude Aspesi, « in qualsiasi modo decida la Corte costituzionale, se il Comune e soprattutto i milanesi vorranno il recupero dei circa 200 siti dismessi a Milano (un numero enorme se rapportato alla dimensione di 184 kmq della città, in pratica più di un “buco nero” ogni chilometro quadrato) occorrerà comunque che esistano delle premialità concrete e molto consistenti senza le quali non si avvierà sicuramente un processo virtuoso ed importante di rigenerazione urbana di Milano».