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Amministratori di condominio: Consulta nazionale al lavoro per la creazione di un registro

Il fine è la tutela della professionalità della categoria

di A.D’A.

Per sostenere il settore contro la concorrenza sleale e nel contempo garantire i condòmini, la Consulta nazionale – organismo di ampia rappresentanza a tutela della categoria degli amministratori di condomìni - propone la costituzione di un elenco di professionisti che si rifaccia ai disposti della legge di riforma del condominio 220/2012 e al decreto formazione - Dm 140 /2014 – e più in generale alla legge professionale 4/2013 .

L’iniziativa è portata avanti da Abiconf, Aiac, Anammi, Anapi, Apac, Arai e Mapi che la propongono per sostenere con forza e credibilità i professionisti del condominio, messi in difficoltà dalla crisi economica, dalla concorrenza sleale di operatori non sufficientemente formati o assistiti o addirittura da soggetti non professionisti che amministrano il condominio dove semplicemente possiedono un immobile.

Le proposte della Consulta
Da tempo, infatti, le organizzazioni di categoria che fanno riferimento alla Consulta nazionale chiedono la cancellazione del disposto che permette al singolo condomino - mero proprietario di un immobile – di essere nominato amministratore senza alcuna specifica formazione professionale; il disposto di cui al secondo comma dell'articolo 71 bis delle disposizioni di attuazione è in aperto contrasto con la professionalizzazione - precisano - dell'amministratore di condominio.

I requisiti
Per esercitare l'attività di amministratore, la legge impone per tutti – tranne per l'amministratore nominato tra i condomini - i l diploma di scuola superiore, di seguire un corso di almeno 72 ore per la formazione di base e di non avere addebiti di tipo penale. I problemi, sottolineano dalla Consulta nazionale, nascono dalla formazione iniziale e proseguono con aggiornamento annuo, trattandosi di attività che possono anche essere organizzate da gruppi di soggetti che si riconoscono nei requisiti per assumere la carica di responsabile scientifico e formatori e dunque anche in maniera del tutto avulsa dal sistema associativo e da quel processo formativo di crescita e di controllo sull'associato tipico delle associazioni di categoria iscritta al Mise, ed in particolare delle associazioni che rilasciano l'attestato di qualità.

La Consulta ricorda perciò che la formazione professionale degli amministratori è storicamente in capo alle associazioni degli amministratori di condominio e nell'interesse della categoria e dei consumatori deve essere riconosciuta formalmente in capo alle associazioni. Il progetto di Registro - precisano le associazione aderenti alla Consulta - non vuole tagliare fuori le istituzioni ma anzi, al contrario, confida nella loro collaborazione soprattutto per tutte quelle modifiche normative volte alla valorizzazione dell'impegno, della competenza ed anche dell'etica della categoria.