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Confedilizia: tempi troppo ristretti, esclusioni ingiuste

di Mauro Salerno

Rimettere in pista la possibilità di trasformare la detrazione in credito fiscale, utilizzabile dal beneficiario dello sgravio per compensare il pagamento di tutte le imposte. E poi ripensare alla scelta di escludere dalla manovra alcune abitazioni giudicate «impropriamente» di lusso. E soprattutto estendere l’operatività del maxi-sconto almeno fino a tutto il 2022. Sono le proposte che Confedilizia (l’associazione dei proprietari di casa) ha avanzato in audizione davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria per superare i principali aspetti critici che rischiano di tagliare le gambe all’obiettivo di un’applicazione diffusa del superbonus del 110% per l’efficientamento energetico e il miglioramento sismico degli edifici.

Nella versione originaria del decreto Rilancio, dedicata al superbonus, era previsto, oltre allo sconto in fattura, la trasformazione della detrazione in credito d’imposta. Questa possibilità è stata poi eliminata durante l’esame alla Camera. Per Confedilizia si tratta di un errore. «Questa soppressione – ha rilevato in audizione Francesco Veroi, responsabile del Coordinamento tributario di Confedilizia – appare un’opportunità mancata, che avrebbe costituito una vera rivoluzione nel panorama dei bonus fiscali per la casa. Con essa, infatti, si sarebbe potuto utilizzare il credito non solo per l’Irpef, ma anche per l’Iva, le ritenute, l’Imu. Inoltre, ciò avrebbe permesso di fruire dell’intero importo, non dovendo il contribuente sostenere alcun onere finanziario connesso alla cessione, come invece avviene nel caso di cessione a terzi».

A suscitare perplessità, poi, per Confedilizia, è «l’esclusione di alcune tipologie di case impropriamente considerate di lusso, in particolare quelle di categoria catastale A/1, anch’essa introdotta in sede di conversione in legge, che rischia di compromettere l’uso del superbonus in condominio, per gli evidenti effetti divisivi che potrà avere sulle decisioni delle assemblee in caso di compresenza di abitazioni di categorie diverse».

Ultimo aspetto critico, la durata dell’incentivo. Ad avviso di Confedilizia, perché la misura possa ottenere gli effetti sperati, è indispensabile che essa sia utilizzabile almeno sino alla fine del 2022 «perché i lavori interessati sono per la maggior parte di grande rilievo», senza contare i tempi di decisione in assemblea.

Anche i costruttori hanno esposto ieri le proprie valutazioni sul meccanismo di funzionamento del superbonus. Per l’Ance il meccanismo del credito di imposta abbinato agli interventi di riqualificazione edilizia dovrebbe assurgere a procedura ordinaria, in alternativa all’utilizzo diretto dei bonus come detrazione o deduzione, consentendo la massimizzazione degli incentivi fiscali. Inoltre, «per minimizzare i tempi di rientro della liquidità la compensazione dovrebbe estendersi, non solo ai crediti d’imposta, ma anche a tutti i crediti di natura commerciale che gli operatori economici vantano nei confronti delle Pa».