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Proposta Anapic: infermiere di quartiere nei locali sfitti del condominio

Si potrebbero così aiutare le famiglie in difficoltà riducendo le spese

di A.D’A.

Il Dl Rilancio istituisce la figura dell'infermiere di famiglia (o di quartiere); figura che potrà essere ricoperta da 9.600 sanitari e che sarà molto importante per la gestione di questa fase due dando supporto sul territorio nella gestione dei pazienti affetti da Covid-19.

La ricerca di alloggi
Si occupa di queste nuove figure, avanzando una proposta concreta l’Anapic, l’Associazione nazionale amministratori professionisti immobili e condomini . In una nota la presidente Lucia Rizzi focalizza l’attenzione sugli alloggi che potrà essere necessario mettere a disposizione di queste nuove figure.

«Certo è - sottolina la Rizzi - che l'infermiere “di quartiere” dovrà essere “nel” quartiere e dovrà poter contare anche su un reddito adeguato.È pertanto verosimile attendersi che ci sia una ricerca di alloggi per queste nuove figure, in modo che possano diffondersi capillarmente sul territorio e rimanervi con la continuità che il servizio richiede. Non stiamo infatti parlando di un servizio da svolgersi con orari rigidi e da grande distanza. Gli alloggi da destinare agli infermieri di quartiere possono dunque essere considerati alloggi “per causa di servizio” - un istituto già noto al nostro ordinamento e soggetto a una disciplina e a un trattamento economico speciale».

Il ruolo dell’amministratore
La presidente Anapic chiarisce che pertanto, in questo quadro, «anche l'amministratore di condominio può svolgere un ruolo, benchè non da solo. La crisi economica da coronavirus ha già svuotato, e presumibilmente ancor più svuoterà, diverse unità abitative».

La Rizzi fa esplicito riferimento «ai locali portineria in quei condomìni dove non sarà più possibile economicamente sostenerne le spese, ai locali lasciati vuoti da persone costrette a trasferirsi magari per tornare nelle regioni di origine, ai locali con affitti brevi, ai locali commerciali che non riapriranno più e, infine, agli appartamenti pignorati, ma liberi, in attesa di essere venduti all'asta».

La presidente aggiunge che «l'infermiere di quartiere è, almeno in potenza, un soggetto con uno stipendio fisso e sicuro.Le entrate perciò potrebbero andare a costituire un argine al dilagante impoverimento dei condòmini. Per esempio, con l'autorizzazione del Tribunale, un locale vuoto e pignorato potrebbe essere affittato, differendo il momento dell'asta – che comunque non sarebbe né vicina né lucrosa. Alcuni negozi sfitti potrebbero, con gli opportuni adattamenti (e quindi con un impulso al settore delle ristrutturazioni) essere convertiti in alloggi».