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Teleassemblee sì ma dopo l’emergenza

di Domenico Italia (Segretario generale Agiai)

Se parliamo di assemblea condominiale da tenersi a distanza (in videoconferenza), riteniamo che per fare una corretta valutazione, sia opportuno fare un distinguo: da una parte dobbiamo pensare allo strumento da utilizzare nel prossimo futuro, per adattare le assemblee condominiali al progresso tecnologico e dall'altra dobbiamo pensare alla convocazione delle assemblee in queste settimane di emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda il primo caso, siamo naturalmente favorevoli all'introduzione di sistemi moderni ed agili che possano consentire a molti più condòmini, di poter partecipare alle riunioni, valutando anche di poter affiancare la tecnologia al sistema tradizionale, permettendo a chi non può partecipare fisicamente di poter essere presente con sistemi alternativi, arrivando pian piano ad una situazione che possa essere completamente gestita con sistemi a distanza.

Diversa però è la valutazione, per il secondo caso, di un'assemblea condominiale da convocarsi e tenersi esclusivamente con canali informatici in questo periodo emergenziale.

In alcuni casi è realizzabile, ma si tratta di situazioni che devono essere valutate volta per volta e riteniamo che non corrispondano alla maggioranza.

Lo studio e l'analisi della questione ha visto numerosi esperti porre molti dubbi sulla fattibilità sia legale che pratica.

Ammesso e non concesso che non sia necessaria una previsione esplicita da regolamento di condominio, vi sarebbe comunque la necessità di ottenere un preventivo consenso unanime di tutti i condòmini. E questo è molto più difficile.

Purtroppo, dobbiamo prendere atto che una fetta importante dei proprietari, in particolare le persone anziane, non è pronta ad affrontare un cambiamento così repentino, sia dal punto di vista tecnologico, sia dal punto di vista psicologico. Non dimentichiamo che le persone in età pensionabile spesso sono un riferimento all'interno della compagine condominiale, spesso hanno il ruolo di Consiglieri, proprio perché hanno più tempo a disposizione e non possono sentirsi escluse dalla cosa più importante della vita condominiale e cioè l'assemblea.

Certo che se adeguatamente istruite e messe nella condizione di avere a disposizione la tecnologia necessaria, in alcuni casi il problema potrebbe essere superato, ma in questo momento di lockdown, in cui non possono nemmeno ricevere la visita delle persone più care, diventa di difficile realizzazione.

Per questo pensiamo che stia alla valutazione dell'amministratore, scegliere la situazione più idonea al singolo caso, convocando in videoconferenza le riunioni in cui la compagine condominiale possa unanimemente raggiungere il luogo virtuale ove si tiene l'assemblea (la rete) e rimandando quelle in cui ciò si ritiene non sia possibile.

E' proprio per questo motivo che il Governo sembra abbia in programma lo spostamento del termine entro il quale gli amministratori dovranno convocare le assemblee.