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Sui defibrillatori in condominio l’inizio dell’iter di una legge importante

dalla Redazione

Oggi inizia l'iter di una legge importante, perché ormai è acclarato che l'uso dei defibrillatori può salvare vite umane. Secondo Paola Frassinetti (Fd’I, vice presidente della Commissione Cultura della Camera) «La diffidenza che in molti casi era presente sulla questione della loro diffusione è venuta meno, grazie a molti casi concreti, avvenuti un po' ovunque recentemente in ogni parte del mondo e in Italia».
In audizione, afferma Paola Frassinetti, abbiamo potuto ascoltare svariate testimonianze che ci hanno convinto di come la presenza di un defibrillatore sia stata essenziale: tali circostanze ci portano a ritenere che per salvare più vite umane sarebbe necessario un numero maggiore di defibrillatori allocati in luoghi strategici dove le persone abitano, studiano e lavorano. «”È fatto obbligo alle PA e ai gestori di pubblici servizi di dotarsi entro il 31/12/2022 di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni e di personale firmato ai sensi della legge 3/42001”. Questa frase inserita all'art. 1 della Legge è emblematica dell'obiettivo raggiunto». La presenza dei defibrillatori verrà assicurata non solo nei luoghi pubblici come scuole e ospedali ma anche nei condomìni con un elevato numero di abitanti. «I tempi che le persone trascorrono a casa sono oggi sensibilmente aumentati - spiega Paola Frassinetti - e gli anziani, solitamente i soggetti più “a rischio”, passano la maggior parte del loro tempo nelle proprie abitazioni: ormai la casa è diventata per molti anche un luogo di lavoro. Il 70% degli arrestati cardiaci avviene in appartamento ed è ormai provato che, intervenendo entro i primi 3 minuti, si riescono a limitare i danni al cervello e le menomazioni più gravi. Proprio l'ambiente domestico, infatti, dovrebbe essere uno dei primi luoghi da “cardioproteggere”: in Italia sono circa un milione le residenze condominiali, nelle quali vivono 14 milioni di famiglie. E' dunque molto importante essere in grado di tutelare la salute di queste persone rendendo il condominio un luogo “cardioprotetto”. Certo la complessità decisionale degli organi del condominio non facilita l'obbligo di installazione, ma molti amministratori spingono in questo senso, anche con l'ausilio delle loro associazioni, prima fra tutte l'Anapic, nella persona del Suo Presidente Lucia Rizzi. Sarebbe auspicabile che tramite incentivi si possano installare sempre più defibrillatori e si formino portieri e inquilini in grado di poterli usare».
Non va neppure sottovalutato - precisa Paola Frassinetti - il fatto che per usarlo è necessaria un'adeguata formazione: «Se è importante per poter salvare delle vite che siano sempre più numerosi gli apparecchi installati, nello stesso tempo devono essere sempre di più le persone in grado di saperli usare. Per questo nel provvedimento si è pensato che sia prioritario iniziare a insegnare ad usare il defibrillatore agli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, ovviamente con modalità diverse a seconda dell'età. Ed è per questo che all'art. 3 sono previste misure sostanziali in questo campo, che consentono l'uso dei DAE al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. Misura che si spinge fino a consentire anche a chi sia privo dei requisiti sopra citati, di soccorrere usando il defibrillatore, in casi di sospetto arresto cardiaco, senza incorrere in alcuna responsabilità in quanto tutelati dall'art. 54 del C.P. che prevede in questa fattispecie venga applicato lo stato di necessità».
L'art 9 è dedicato della norma in itinee tratta delle campagne di informazione e sensibilizzazione, rivolte al personale docente e non docente, agli educatori, ai genitori e agli studenti e sono finalizzate a informare e sensibilizzare sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare e sull'uso dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni.
«È essenziale -conclude Paola Frassinetti - che per promuovere questa campagna informativa sia stato previsto uno spazio nei programmi televisivi nazionali e regionali; è importante far acquisire alla popolazione la conoscenza e la coscienza della prevenzione rispetto al fenomeno dell'attacco cardiaco, che ¬- secondo le statistiche - rappresenta ancora la causa di morte nel 41% dei casi».